ESPERTI LO RACCOMANDANO A TUTTE LE DONNE DOPO I 35 ANNI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 lug. - Introdurre strategie
di prevenzione innovative del tumore del collo dell'utero. E' il
messaggio emerso dalla 26° Conferenza annuale della International
papillomavirus society (Ipv Society), che si e' appena conclusa a
Montre'al (Canada). Gli esperti di tutto il mondo hanno
sottolineato che i passi avanti compiuti negli ultimi 30 anni
sono stati notevoli ed e' ora prioritario rendere disponibili
questi progressi su larga scala, a tutte le popolazioni, anche ai
Paesi in via di sviluppo. Un obiettivo importante, che sara'
perseguito attraverso il ricorso ai nuovi strumenti come i
vaccini e il test Hpv, che permette di rilevare la presenza del
Papillomavirus e di intervenire con grande anticipo, ancor prima
che compaiano le lesioni cellulari individuate dal Pap test.
"Una delle piu' importanti scoperte mediche degli ultimi 50 anni
e' stata l'identificazione del papillomavirus (Hpv) come causa
primaria del tumore del collo dell'utero. Questa informazione e'
stata la base dello sviluppo dei vaccini e dei nuovi test di
screening che permettono di identificare la presenza del virus
direttamente nelle cellule cervicali", ha dichiarato Jack Cuzick,
Cancer Research UK, Centre for Epidemiology, Mathematics &
Statistics (Wolfson Institute of Preventive Medicine), Regno
Unito. E prosegue:"Abbiamo a disposizione prove convincenti a
supporto del ruolo del test Hpv - Dna come screening a lungo
termine e dati di sicurezza concreti rilevati sulle pazienti, che
dimostrano che la protezione dopo un test Hpv-Dna negativo,
risulta molto piu' lunga rispetto a quella dopo un esame
citologico negativo". Grazie alla sua elevata sensibilita', il
test Hpv, basato sulla tecnologia molecolare HC2, consente di
allungare l'intervallo tra un controllo e il successivo fino a 6
anni, protezione vantaggiosa non solo per le donne, ma anche per
il Sistema sanitario.
Numerosi studi, che hanno coinvolto diversi Paesi tra cui
l'Italia, il Canada, i Paesi Bassi, la Svezia, il Regno Unito, la
Spagna e l'India, hanno dimostrato che l'inserimento del test HPV
HC2 nei programmi di screening consente strategie piu' efficaci
nella prevenzione del tumore del collo dell'utero rispetto al
solo Pap test. Una conferma in questo senso viene dai dati dello
studio pilota su larga scala da poco concluso in Messico su un
campione di oltre 50.000 donne. La rilevazione, svolta
nell'ambito di un programma di prevenzione oncologica di routine,
ha dimostrato che l'introduzione e l'utilizzo del test HPV nei
programmi di screening della popolazione puo' migliorare la
prevenzione e il controllo del tumore del collo dell'utero. Lo
studio ha coinvolto 48 Unita' sanitarie sul territorio,
coordinate dall'Instituto Mexicano del Seguro Social (Imss),
l'ente pubblico messicano responsabile della sicurezza sociale, e
ha rilevato l'efficacia del test Hpv nello screening delle donne
sopra i 35 anni, anche grazie a una riduzione stimata del 43% nei
controlli futuri necessari alle donne risultate negative al test
Hpv rispetto a un Pap test negativo. Dati importanti, che aprono
riflessioni sulla periodicita' ottimale dello screening,
sull'efficienza degli strumenti utilizzati e sull'eta' delle
donne da sottoporre a tali programmi.
(Wel/ Dire)