(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 23 lug. - "La spesa pubblica
relativa al 2007 per l'assistenza continuativa a persone non
autosufficienti, secondo le risultanze della Ragioneria dello
Stato, ammonta a 17,3 miliardi di euro, pari a 1,13% del Pil". È
quanto evidenzia il Rapporto 2010 sulla non autosufficienza in
Italia presentato presso il ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali alla presenza del ministro Maurizio Sacconi e
del ministro della Salute, Ferruccio Fazio e curato da Angelo
Lino Del Favero, presidente nazionale di Federsanita' Anci. Sul
Pil, spiega il rapporto, pesa di piu' l'indennita' di
accompagnamento, lo 0,54%, a cui segue la componente sanitaria
(assistenza residenziale, semiresidenziale, ambulatoriale,
domiciliare e lungodegenza) con lo 0,46%, ed infine la componente
comunale lo 0,13%. Un dato, spiega il rapporto, che non tiene
conto pero' dei "pazienti cronici anziani che beneficiano dei
servizi ospedalieri - si legge nel rapporto -, spesso con uso
inappropriato; essi interessano tra il 20% e il 25% dei ricoveri
pari ad almeno un altro punto di percentuale del Pil: pertanto se
si considera anche questo costo ci puo' giungere alla conclusione
che un quarto della spesa sanitaria e
socio-sanitaria-assistenziale sia legata alla cronicita' e alla
non autosufficienza".
E l'Italia, rispetto ad altri Paesi europei "e' troppo
sbilanciata verso i trasferimenti monetari". Nel nostro Paese la
spesa monetaria verso il long term care e' del 42% contro il 24%
della Germania e il 14% della Norvegia. "La spesa per prestazioni
monetarie (indennita' di accompagnamento, bonus, voucher) -
spiega il rapporto - e' circa la meta' del totale e pari alla
somma della spesa per servizi residenziali e domiciliari. È
evidente pertanto, come le risorse messe in moto dall'indennita'
di accompagnamento, dalle assistenti familiari, dalla famiglia e
dal volontariato giochino la partita principale nel governo
assistenziale dell'anziano e costituiscano un ammortizzatore
sociale straordinario ed efficiente in grado, in talune Regioni,
di supplire alla carenza dei servizi pubblici specifici". Un
dato, pero', che non e' uniforme su tutto il Paese. Secondo
quanto riporta lo studio, "nelle regioni in cui vi e' la maggior
presenza di servizi (Nord) si registra la piu' bassa percentuale
di pensioni di accompagnamento, al contrario ove i servizi sono
piu' carenti la pressione per ottenere invalidita' e indennita'
di accompagnamento sono superiori, fatto assolutamente non
giustificato da particolari situazioni epidemiologiche".
(Wel/ Dire)