SANITÀ. ABORTO, LE LINEE GUIDA: 'NON SONO VINCOLANTI, MA...'
CRITICATA LA PRASSI DELLE DIMISSIONI VOLONTARIE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 lug. - Sono sul tavolo dei
governatori e degli assessori alle Salute delle regioni italiane
le Linee Guida sulla modalita' di utilizzo del farmaco Ru-486
inviate dal ministero della Salute: un documento non vincolante
per le regioni ma che - illustrando i binari all'interno dei
quali e' stata possibile la sua introduzione in Italia - indica
la "corretta" modalita' di applicazione del protocollo. "Sono
linee guida di massima - spiega il sottosegretario alla Salute
Eugenia Roccella - che non entrano nel dettaglio di applicazione
per rispettare l'autonomia delle regioni". Cio' nonostante,
spiega, se le regioni sceglieranno di discostarsi dalle
indicazioni del ministero "se ne assumeranno tutte le
responsabilita'". Il ministero prevede un primo bilancio della
distribuzione sul territorio del farmaco abortivo in un arco
temporale compreso "fra sei mesi e un anno": a quel punto, con
dati certi e ufficiali, saranno affrontati eventuali problemi
emersi nel corso del tempo.
L'attenzione viene prestata soprattutto alla prassi ("tutta
italiana", sottolinea Roccella) delle dimissioni volontarie come
escamotage per consentire alla donna di tornare a casa dopo
l'assunzione della prima delle due pillole di cui si compone il
trattamento, evitando il ricovero in regime ordinario, ricovero
che le linee guida ministeriali indicano come modalita' da
rispettare fino a che l'aborto farmacologico non risulti
avvenuto. Rocella sottolinea che la scelta del ricovero e'
doverosa perche' indicata chiaramente da ben tre pareri
(distanziati nel tempo e redatti da persone diverse di indubbio
valore scientifico e non condizionate politicamente) del
Consiglio superiore di sanita' (Css) e perche' - ancora piu'
importante -alla base dell'ingresso in Italia della Ru486 c'e' la
comunicazione inviata dall'allora ministro della Salute Maurizio
Sacconi alla Commissione europea che indica nel ricovero
ordinario la modalita' di somministrazione del farmaco. Tale
parere, che per Roccella non puo' essere scavalcato da alcun atto
delle regioni, e' "vincolante" perche' la Ru486 e' stata ammessa
nel nostro paese con il meccanismo del mutuo riconoscimento, che
in tema di aborto prevede comunque la preminenza della legge
nazionale rispetto agli obblighi di tipo comunitario. Nella
comunicazione alla Commissione europea Sacconi fece accenno alla
legge 194/78, che regola l'aborto in Italia, e indico' nel regime
di ricovero ordinario la modalita' attraverso cui sarebbe stato
possibile somministrare la Ru486 nel rispetto della legge 194/78.
In questo contesto, fa notare il sottosegretario Roccella, "le
regioni hanno ampia autonomia" nella scelta delle Linee guida, e
quelle proposte dal ministero "non sono vincolanti", ma viene
fatto notare che se si verificheranno situazioni apertamente in
contrasto con quanto indicato alla Commissione europea, si
potrebbe aprire una disputa riguardo al processo di mutuo
riconoscimento del farmaco, che in Italia e' ammesso solamente
alle condizioni stabilite dalla comunicazione inviata a
Bruxelles. "Se sul lungo periodo - ipotizza Roccella - si vedra'
che questo criterio non e' applicato il governo ne dovra' tenere
conto". Il ministero fa anche notare che la prassi delle
dimissioni volontarie pone problemi di irregolarita'
amministrativa, dal momento che le dimissioni volontarie sono
sempre legata ad una rinuncia al trattamento e non sono uno
strumento adatto e adattabile a fotografare situazioni in cui il
trattamento viene completato al domicilio.
(Wel/ Dire)
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