"MOLTO TRAFFICATE, POCO VERDE E MOBILITÀ SOTTOSVILUPPATA".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 lug. - Molto trafficate, con
poco verde e una mobilita' pubblica ancora non ben sviluppata. È
questo il quadro che emerge dal Rapporto Osservasalute Aree
metropolitane 2010, redatto dall'Osservatorio nazionale per la
salute nelle regioni italiane e illustrato oggi al policlinico
Agostino Gemelli di Roma da Walter Ricciardi, direttore
dell'Osservatorio e dell'Istituto di Igiene dell'Universita'
Cattolica del Sacro Cuore.
Le province metropolitane, anche in ragione dell'elevato
numero di abitanti, sono quindi un po' piu' in affanno del resto
del Paese. Il rapporto, realizzato proprio nell'anno dedicato
dall'Oms alla Salute Urbana, analizza lo stato di salute delle
popolazioni e l'offerta dei servizi sanitari erogati nelle 15
aree metropolitane delle province italiane, vale a dire Torino,
Milano, Venezia, Trieste, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli,
Bari, Reggio Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari, che
tutte insieme raccolgono circa il 20% dell'intera popolazione del
Bel Paese.
"Il quadro e' tutt'altro che roseo- commenta Ricciardi-
perche' praticamente tutte le aree metropolitane arrancano, anche
laddove le regioni di appartenenza appaiono in discreta salute".
Un aspetto particolarmente emblematico e' "l'ambiente, la cui
garanzia di qualita', cosi' strettamente connessa alla salute dei
cittadini, dovrebbe essere tra le azioni strategiche prioritarie
da mettere in atto nelle citta' metropolitane".
Al momento, e' l'allarme del direttore dell'Ons, "e' invece
proprio l'ambiente urbano a mostrarsi piu' vacillante, nelle
province del Nord come in quelle del Sud, su cui grava anche,
quasi sempre, una cattiva gestione sanitaria". E quando le
criticita' della provincia riflettono quelle della regione in cui
essa e' localizzata, "i rischi per la salute dei residenti
nell'area urbana appaiono in realta' maggiori, perche'- conclude
Ricciardi- le citta' metropolitane hanno una densita' di
popolazione piu' elevata e, quindi, una difficolta' di gestione
maggiore".
(Wel/ Dire)