(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 25 giu. - Una rivoluzione
terapeutica segna l'inizio del tramonto della chemioterapia per
il tumore del polmone. La nuova frontiera, gia' disponibile, e'
rappresentata da un farmaco biologico appena arrivato in Italia:
basta una compressa al giorno, da prendere a casa, e il tumore,
nella gran parte dei casi, regredisce. L'annuncio arriva
dall'Aiot, l'Associazione italiana oncologia toracica, che
promuove la II Italian conference on thoracic oncology (Ciot) che
inizia domani mattina all'Auditorium della Musica.
Una rivoluzione, impensabile fino a poco tempo fa, messa a
punto anche grazie alla Ricerca italiana coinvolta nelle
principali sperimentazioni con 50 Centri su tutto il Territorio
nazionale. Una buona notizia per i malati di tumore al polmone -
sono tantissimi anche nel nostro Paese - ma anche una doccia
fredda per i fumatori: per loro questa terapia non funziona. Il
farmaco (il nome chimico e' gefinitib), infatti, e' efficace sui
malati di tumore al polmone 'non a piccole cellule' (sono la
maggioranza, 80 su cento dei pazienti) che presentano una
particolare mutazione del gene Egfr. Questa mutazione si trova
quasi sempre solo in chi non ha fumato o in ex fumatori da lunga
data e nelle donne. Sembra quasi essere una 'punizione' per i
fumatori. Ma le novita' - purtroppo ancora pessime per i fumatori
- non terminano qui. In Italia da poco tempo c'e' anche un altro
farmaco biologico - si chiama erlotinib, simile al gefitinib -
anche questo in compressa, che oggi viene usato al fallimento
della chemioterapia, quindi in seconda o terza battuta su
pazienti non selezionati per caratteristiche cliniche o
biomolecolari.
Questo farmaco e' al centro dello studio europeo Eurtac: con
40 centri spagnoli (fra i quali il Coordinatore dello Studio,
Rafael Rosell), 10 centri italiani (coordinati da Filippo de
Marinis) e 20 Centri francesi. Grazie a questo studio, e anche
grazie alla luce delle conoscenze provenienti dallo studio
italo-canadese Torch (con Cesare Gridelli tra i coordinatori
internazionali dello studio), potrebbe essere prescritto subito.
Infatti, oggi il farmaco erlotinib viene usato al fallimento
della chemioterapia, entro il prossimo anno si potra' usare alla
fine della chemioterapia per 'mantenere' il risultato ottenuto e
presto, forse gia' alla fine del prossimo anno, potrebbe essere
prescritto subito, in prima battuta ai malati che presentano la
particolare mutazione genica di Egfr, come abbiamo detto poco
presente nel fumatore. Cosi' come il gefitinib. Ed infine, si
profila l'arrivo di un terzo farmaco - si chiama crizotinib -
anche questo in compressa, legato anche esso ad una mutazione
genica (quella del gene Alk), quasi sempre assente, sembra una
costante, nel tumore del fumatore.
'I farmaci biologici bloccano il tumore e, in molti casi, lo
fanno regredire ma soprattutto non danno quegli effetti tossici
negativi che, purtroppo, sono correlati alla chemioterapia', dice
de Marinis. Che aggiunge: 'E' una svolta clamorosa, al punto che
i piu' noti esperti al mondo sono giunti a Roma al Congresso Ciot
proprio per disegnare il percorso terapeutico al quale dovrebbero
attenersi i Clinici. In pratica, a Roma si decreta l'inizio del
tramonto dell'era della chemioterapia nel cancro del polmone, con
la sua drammatica tossicita', i suoi pesanti effetti collaterali,
i suoi limiti temporali (non si puo' protrarre oltre 4-6 cicli) e
di efficacia (solo un paziente su quattro ne trae vantaggio). Un
tramonto da sempre atteso perche' la chemioterapia agisce sia
sulle cellule tumorali che quelle sane mentre la compressa salva
in gran parte quelle non malate- continua- E poi tutto il
bagaglio di flebo, iniezioni, sale d'attesa e day hospital. Anche
se, e' bene sottolinearlo, la chemioterapia resta un'arma
importante nelle mani del medico perche' queste nuove terapie
sono efficaci solo su alcune categorie di pazienti con tumore al
polmone'.
Capitolo fumatori: 'L'arrivo di queste nuove terapie e' una
buona notizia per tutti i malati di tumore al polmone ma e' una
doccia fredda per i fumatori- aggiunge Cesare Gridelli,
segretario dell'Associazione italiana oncologia toracica (Aiot)-
perche' per loro ci sono pochi farmaci. Le sostanze biologiche
che vengono presentate alla Ciot di Roma sotto forma di compressa
quotidiana al posto della chemioterapia o al suo termine
funzionano soprattutto nei pazienti colpiti da particolari forme
di tumore del polmone 'non a piccole cellule', quelle presentano
particolari mutazioni geniche.Quest'ultimo e' un elemento cardine
per poter intraprendere questa terapia. Queste mutazioni, che si
rilevano con un esame specifico dopo la biopsia, si trovano quasi
sempre in malati che non hanno mai fumato e nelle donne. I malati
con tumore che presentano la mutazione genica Egfr sono il dieci
per cento, quelli con mutazione Alk il cinque. In totale, 15
pazienti su cento possono trarre vantaggio da queste nuove
terapie. Solo una parte dei malati di tumore, dunque, ma sono pur
sempre tanti considerata l'elevata incidenza di questo big-killer
(piu' di un milione e 200mila casi all'anno nel mondo e 40mila in
Italia). E' un grande passo in avanti, al punto che da tutto il
mondo gli esperti vengono a Roma proprio per disegnare il
percorso terapeutico e intravedere gli sviluppi a breve termine'.
De Marinis, che e' anche direttore della I Unita' Operativa di
Pneumologia Oncologica dell'Azienda Ospedaliera San Camillo,
sottolinea: 'Particolari fattori di crescita riescono ad entrare
nelle cellule tumorali e ne provocano la moltiplicazione dando
origine a metastasi a distanza. Attualmente si ricorre ai
chemioterapici per combattere il tumore nella consapevolezza che
la chemioterapia colpisce tutte le cellule che incontra senza
fare distinzione: distrugge le cellule tumorali ma anche quelle
sane. Inoltre, dobbiamo sperare che distrugga piu' cellule
tumorali possibili. I nuovi farmaci 'intelligenti' - a bersaglio
molecolare, non tossici - non vanno ad aggredire le cellule ma
'intelligentemente' puntano solo a quelle malate e si posizionano
proprio su quella porta d'ingresso della cellula dove entrano i
fattori di crescita, in pratica una sorta di 'tappo''. Per De
Marinis, quindi, 'il vantaggio e' duplice: non solo non
aggrediscono le cellule sane ma agiscono su tutte le cellule
malate, nessuna esclusa. I farmaci biologici anti-Egfr sono gia'
disponibili, si tratta di compresse, e si chiamano: erlotinib,
gefinitib (in Italia da una settimana) e crizotinib (nel prossimo
futuro). Hanno una grande potenzialita' ma con un limite:
agiscono solo su pazienti che presentano particolari mutazioni
geniche, sono circa il 15% della totalita' di quelli con tumore
del polmone, tutti per lo piu' non fumatori, in grande prevalenza
donne. Il 10% puo' essere trattato con un farmaco, il gefitinib,
(inibitore delle tirosin-chinasi del recettore di epidermal
growth factor (Egfr), il 5 con il crizotinib nel prossimo futuro,
inibitore del gene Alk. L'erlotinib, un'altra molecola che si
assume ugualmente in compresse giornaliere a casa, rappresenta
l'altra possibilita' terapeutica innovativa che e' quella di
potere continuare il trattamento dopo la chemioterapia iniziale
in pazienti con Egfr se la stessa ha solo fermato e non ridotto
la malattia. Questo capita in un paziente su due con malattia
avanzata'. Da due anni 'in Italia somministriamo l'erlotinib al
fallimento della terapia chemioterapica e presto- dice ancora- ci
auguriamo gia' a partire dall'inizio del 2011, sara' possibile
darlo alla fine della chiemio per 'mantenere' la stabilita'
ottenuta con la terapia tradizionale. La chemioterapia,infatti,
non puo' essere protratta oltre un certo periodo perche' i danni
provocati alle cellule sane rischiano di essere superiori ai
vantaggi ottenuti sulle cellule malate: per questo la chemio si
interrompe alla fine dei primi 2-3 mesi, anche in presenza di
risultati positivi e si riprende solo alla ricomparsa del
cancro. L'introduzione dell'erlotinib mette in condizioni il
medico, dopo i primi 4 cicli di chemioterapia, di passare a
questa nuova terapia che, non avendo gli effetti devastanti sulle
cellule sane, continua ad agire su quelle malate. Ed e' proprio
sull'erlotinib che e' incentrato lo studio EURTAC condotto su 170
malati in collaborazione fra i dieci Centri italiani (che ho
l'onore di coordinare) e gli altri 60 Centri del Gruppo Spagnolo
del Cancro del Polmone (GECP con il coordinatore principale
Rafael Rosell) e francesi. I risultati sono attesi per l'anno
prossimo ma visto come stanno andando le Ricerche si ritiene che
a dicembre si possano gia' conoscere. Un'anticipazione alla
Conferenza: il farmaco utilizzato fin dall'inizio al posto della
chemioterapia nei pazienti con mutazione genica, da' migliori
risultati rispetto alla chemioterapia e in pazienti non fumatori
e donne'.
(Wel/ Dire)