LE FAMIGLIE SARANNO COSTRETTE A PAGARE DI TASCA PROPRIA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 giu. - Non si placa e non
accenna a diminuire la difficolta' in cui versano i Centri di
riabilitazione del Lazio.
Una nuova nota, a firma del Centro di riabilitazione
'Associazione Scuola Viva Onlus' che dal 1975 opera nel
territorio del XV municipio di Roma, mette l'accento
sull'emergenza che attanaglia le strutture 'alla luce dei tagli
annunciati dalla Polverini', sull'inevitabile tagli di
prestazioni e unita' produttive, ma anche sull'allarme 'ticket'.
Secondo l'associazione, infatti, dal 1 luglio di quest'anno
potrebbe essere realta' la 'compartecipazione alle spese' da
parte delle famiglie. "La situazione dei centri di riabilitazione
- scrive Scuola Viva - e' drammatica. Alla luce dei tagli
annunciati dalla Polverini e' importante che la societa' civile
sia a conoscenza delle ripercussioni di simili manovre. La
notizia risalente a pochi giorni fa della riduzione di un
ulteriore 4% del budget, va a sommarsi a quella risalente al
Decreto Commissariale del gennaio 2010 che comprendeva l'8% del
budget: su tutto il 2010 la percentuale da calcolare e' da
sommare ai tagli di gennaio, in totale verra' meno il 16% del
budget".
Un accordo firmato, pero'. "I Centri di riabilitazione -
continua - si sono visti costretti a firmare uno schema di
accordo, pena la chiusura delle strutture e delle attivita'. E
questo si tradurra' a breve in un'emergenza che portera'
inevitabilmente a riduzione del personale, chiusura precoce dei
progetti di riabilitazione e diminuzione della qualita' dei
servizi. Alla luce degli ultimi tagli che si vanno a sommare a
quelli di inizio anno, non abbiamo piu' i mezzi per garantire il
servizio ai tutti i nostri utenti.Per non parlare della
ripercussione gravissima che questa manovra avra' anche sulle
famiglie: sara' prevista infatti, a quanto pare, una
compartecipazione alle spese da parte dei pazienti ricoverati in
regime di residenzialita' e semiresidenzialita', dal primo
luglio". Associazione che si occupa dell'assistenza, Scuola Viva
ha in carico 80 utenti "nella modalita' estensiva e di
mantenimento a regime semiresidenziale" ed e' autorizzato per 110
prestazioni giornaliere "a regime ambulatoriale non residenziale"
e per 60 "a regime domiciliare/extramurale non residenziale" -
spiegano dall'associazione. "In sostanza, dovranno essere queste
famiglie a contribuire di tasca propria alle spese sanitarie con
un maxi ticket ancora non ben identificato, per compensare i
vuoti del budget risicato".
"Questo - continua la nota di Scuola Viva - significhera'
spendere tutta (o quasi) l'indennita' di accompagnamento, spesso
fondamentale per il sostentamento delle famiglie a bassissimo
reddito con un figlio disabile e bisognoso di cure a carico. In
alternativa, le famiglie meno agiate si vedranno costrette a
ritirare i propri figli dalle strutture riabilitative, per non
dover pagare un servizio che sara' diventato inaccessibile". Uno
l'interrogativo: "Cosa accadra' ai disabili di 50/60 anni senza
famiglia ne' invalidita' civile che - scrive Scuola Viva - non
hanno la possibilita' di pagare la compartecipazione, i piu'
deboli tra i deboli?". La riposta non c'e'. Neanche sulla carta.
"Ancora una volta - e' la conclusione della nota - manca il punto
di vista sul risvolto nella vita delle persone e il sociale paga
le spese di un sistema che nega la centralita' dell'individuo e
dei suoi diritti".
(Wel/ Dire)