L'OPERAZIONE PORTEREBBE NELLE CASSE 25 MILIARDI DI DOLLARI.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 giu. - In molti stati Usa la
liberalizzazione della marijuana sembra ormai prossima. E' questo
il tema cui e' dedicata la prima puntata dell'inchiesta del
quotidiano West, diretto da Guido Bolaffi e dedicato al welfare.
L'inchiesta parte dal via libera annunciato dall'amministrazione
Obama alla somministrazione della marijuana ai malati di cancro e
a quelli terminali: "Un vento antiproibizionista che sembra
andare al di la' dei confini della sanita'. In tempi di crisi
economica, infatti, prendono sempre piu' piede ragioni di tipo
finanziario", scrive da Bruxelles Corrado Alfano sulle pagine di
West. "1,4 miliardi di dollari l'anno sono i proventi che
potrebbero derivare dalla sua tassazione per il solo stato della
California e 25 miliardi di dollari l'introito annuo stimato per
le casse federali" - rileva Alfano nella sua inchiesta. "In un
sondaggio, realizzato da Gallup, il 44% degli statunitensi e'
favorevole alla legalizzazione della cannabis, contro il 23% del
1983" - prosegue Alfano.
"In questo nuovo scenario colpisce l'assenza pressoche' assoluta
dell'Europa. Considerata da sempre come assai piu' permissiva
degli Usa per quanto riguarda la legalizzazione di questo
prodotto, e' oggi ferma alla ripetizione pura e semplice di
vecchi cliche' di lotta contro i mercanti e il traffico illegale"
- conclude Alfano nella prima puntata della sua inchiesta su
West. "Eppure qualcosa sembra cominciare a muoversi. Visto
l'impatto che ha avuto il rapporto Reuter Trautman, sul
fallimento della politica antidroga dell'Ue, sui rappresentati
politici degli stati membri", pubblicato da West.
"LaCalifornia di Schwarzenegger, ad esempio,sta pensando alla
legalizzazione della canapa con un occhio ai proventi (1,4
miliardi di dollari all'anno) che potrebbero derivare dalla sua
tassazione e che rappresenterebbero ossigeno puro per il suo
malandatissimo deficit. L'economista Jeffrey A. Miron ha stimato
in piu' di 25 miliardi di dollari l'introito annuo per le casse
federali derivante dalla tassazione della cannabis. A cui
andrebbero aggiunti i minor costi che la sua depenalizzazione
comporterebbe per la spesa pubblica grazie al minore affollamento
delle carceri. Inoltre, al contrario del 1972, quando la
California disse no alla liberalizzazione, oggi essa ha dalla sua
un nuovo e assai potente alleato: l'opinione pubblica. Secondo un
recente sondaggio, citato da Nicolas Boursier su Le Monde, il 56%
circa dei californiani si dice infatti d'accordo con questa
misura e annuncia il suo si' al referendum indetto per novembre
prossimo. In un altro sondaggio, realizzato dalla Gallup a
livello federale, il 44% degli statunitensi e' favorevole alla
legalizzazione della cannabis, contro il 23% del 1983. Nello New
Hampshire, una proposta di legge simile a quella californiana,
nonostante abbia ottenuto una larga maggioranza di si' nei due
rami del parlamento statale (76% alla Camera e 58% al Senato),
non ha superato lo sbarramento dei 2/3 dei parlamentari
favorevoli, indispensabile per bypassare il veto posto del
governatore".
"Questo procedere disordinato, in realta', e' figlio del
fallimento della famosa 'War on Drugs', lanciata a suo tempo
dalla presidenza di Nixon. Una guerra costata miliardi di dollari
ma che non ha minimamente scalfito il traffico internazionale
della droga e che negli ultimi anni sembra essere silenziosamente
finita nel dimenticatoio.In questo nuovo scenario colpisce
l'assenza pressoche' assoluta dell'Europa. Considerata da sempre
come assai piu' permissiva degli Usa per quanto riguarda la
legalizzazione di questo prodotto (in Olanda, Spagna, Belgio,
Germania, Danimarca, Inghilterra, solo per citare alcuni paesi,
la marijuana e' legalizzata, depenalizzata o de facto tollerata),
il Vecchio Continente e' oggi fermo alla pura e semplice
ripetizione di vecchi cliche' di lotta contro i mercanti e il
traffico illegale. Quasi a voler chiudere gli occhi di fronte a
un fenomeno che coinvolge centinaia di migliaia di consumatori.
Eppure qualcosa sembra cominciare a muoversi. Visto l'impatto che
ilrapporto Reuter Trautman sul fallimento della politica
antidroga dell'Ueha avutosui rappresentanti politici degli Stati
membri".
(Wel/ Dire)