(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 giu. - Un barattolo,
un'automobile, uno scalino. Senza dimenticare i bottoni della
camicia, la lavatrice e perfino un'innocua matita. Sono oggetti
inanimati, ma possono trasformarsi - secondo i dati emersi da un
aggiornamento del Rapporto Sociale Censis - in nemici reali per
circa 300 mila italiani che convivono ogni giorno con l'artrite
reumatoide. Il 42,3% ha, infatti, difficolta' a salire pochi
piani di scale, il 31,9% non riesce ad aprire un barattolo o un
vasetto nuovi, il 26,4% non e' in grado di guidare la propria
automobile o prendere i mezzi pubblici. L'artrite reumatoide
colpisce le articolazioni di oltre 20 milioni di persone nel
mondo, ne danneggia la funzionalita', provoca dolore, rigidita',
gonfiore e deformazioni, fino all'invalidita'. È considerata un
problema sociale sia per la sua diffusione - specie nella fase di
eta' lavorativa - sia per le conseguenze invalidanti di un
trattamento inadeguato: un paziente su due infatti non risponde
alla terapia standard. La ricerca ha pero' fatto passi da gigante
negli ultimi anni e, anche se non si conoscono tutte le cause che
scatenano la malattia, e' stato recentemente identificato il
ruolo chiave di una proteina, l'interleuchina-6 (IL-6),
responsabile del processo infiammatorio. Tocilizumab, disponibile
ora anche in Italia, e' il capostipite di una nuova classe di
farmaci biologici che, proprio grazie a un innovativo meccanismo
d'azione, agisce sul recettore dell'interleuchina-6 (IL-6),
spostando cosi' il "bersaglio" e aumentando l'efficacia del
trattamento. "È significativo che una cosi' importante
innovazione terapeutica arrivi in Italia alla vigilia dell'Eular
2010, il Congresso Europeo di Reumatologia che, proprio
quest'anno, si svolge per la prima volta nel nostro Paese",
commenta Gianfranco Ferraccioli, professore Ordinario di
reumatologia e Direttore del dipartimento di reumatologia
all'Universita' Cattolica di Roma. "Le ultime ricerche
scientifiche - aggiunge l'esperto - hanno permesso di affiancare
ai farmaci esistenti dei nuovi anticorpi monoclonali in grado di
'colpire' differenti bersagli molecolari. Recenti studi hanno
dimostrato che bloccare l'interleuchina-6 contribuisce a
controllare l'infiammazione dell'artrite reumatoide e portare il
paziente alla remissione. Tocilizumab cambia, dunque, il
'bersaglio' e riesce cosi' a ridurre il danno erosivo articolare
e ad attenuare gli effetti sistemici della malattia come la
fatica e l'anemia, migliorando notevolmente la qualita' di vita
dei pazienti." L'Eular 2010 e' un'occasione per conoscere le
malattie reumatiche che costituiscono, secondo l'Organizzazione
mondiale della Sanita' (Oms), la prima causa di dolore e
disabilita' in Europa. In particolare l'artrite reumatoide e'
considerata una malattia reumatica fortemente invalidante: entro
i primi due anni, infatti, il 10% dei pazienti sviluppa
un'invalidita' grave e dopo 10 anni meno del 50% mantiene
un'attivita' lavorativa o e' in grado di svolgere le normali
attivita' quotidiane.
(Wel/ Dire)