(DIRE - Notiziario Sanita') , 8 giu. - Seconda solo a Barcellona
per presenza di persone omo e bisessuali sieropositive: e' questo
il dato che riguarda Verona, cosi' come emerge dalla ricerca
europea "Sialon" coordinata dal programma Promozione salute della
regione Veneto e condotta in 7 citta' europee con la partnership
di Arcigay. Delle 405 persone coinvolte nei luoghi di incontro
gay veronesi, l'11,8% e' risultato sieropositivo e, di queste,
piu' della meta' non era a conoscenza del proprio stato di
salute. I risultati dell'indagine sono stati riportati dal sito
Gay.it.
"Scopo dello studio - si legge nel sito - era di capire quanto
fossero diffuse hiv e sifilide tra gli uomini omo e bisessuali e
di raccogliere dati sui comportamenti a rischio utilizzando
indicatori standard internazionali. I campioni sono stati presi
casualmente tra la popolazione che frequenta la scena gay nelle
citta' esaminate". Sono stati inoltre distribuiti dei questionari
e svolte delle interviste qualitative.
Secondo l'indagine, dunque, Verona con il suo 11,8% a livello
europeo e' seconda solo a Barcellona, il cui dato oscilla tra il
17% e il 18%. I risultati delle altre citta' (Bucarest,
Bratislava, Praga, Lubiana), invece, sono tutti al di sotto del
6%. Sempre secondo i dati, oltre la meta' delle persone veronesi
risultate sieropositive (57,1%) non sapeva di esserlo, poiche'
non aveva mai fatto un test specifico (4,8%) o era risultata
negativa all'ultimo (52.4%).
Inoltre, lo studio evidenzia la disattenzione dei piu' giovani
in materia di prevenzione: solo il 34,4% degli under 25 ha fatto
un test nell'ultimo anno e solo il 57,4% di loro e' stato
raggiunto da programmi di prevenzione. Un dato, questo, che
questo si riflette in comportamenti sessuali a rischio: solamente
il 25,9% dei giovani contattati ha usato il preservativo
nell'ultimo rapporto anale (contro il 50,2% degli over25), mentre
anche il rapporto orale ricettivo e' risultato piu' frequente tra
i piu' giovani (27,3% contro 14,6%). Il maggior numero di
rapporti a rischio avviene con partner fissi, poiche' il 58,1%
del campione ha avuto rapporti anali non protetti negli ultimi
sei mesi e il 43,3% ha avuto rapporti orali ricettivi, mentre con
partner occasionali le percentuali scendono rispettivamente al
33% e al 16,3%. Tra i fattori di rischio emerge con particolare
evidenza l'associazione tra l'uso di alcool o droghe e il sesso.
Sempre in materia di prevenzione, "un dato preoccupante
allontana l'Italia dagli standard europei e l'avvicina a quello
dei paesi dell'Est - si legge nel sito Gay.it -: meno della meta'
delle persone ha ricevuto preservativi tramite programmi di
prevenzione e tantomeno li ha ricevuti dai servizi sanitari (poco
piu' del 5%), confermando che tutto il lavoro di prevenzione e'
di fatto a carico delle associazioni lgbt". Un problema analogo
e' quello dell'assenza di informazione e sensibilizzazione dei
giovani: da un'altra ricerca svolta nei licei di quattro regioni
italiane emerge la mancanza di conoscenze dei diciottenni maschi
in tema di sessualita' e malattie sessualmente trasmissibili.
"Tra le domande rivolte ai medici durante la ricerca - e'
riportato dal sito - spiccano interrogativi come 'L'Aids esiste
ancora?' oppure 'Non e' una malattia degli omosessuali?'. Molti,
poi, i giovani che si chiedono se l'omosessualita' sia curabile e
se dipenda da traumi infantili".
Per ottenere ulteriori informazioni e' partita oggi "Emis", la
piu' grande ricerca europeain internet sul sesso tra uomini. Il
questionario restera' online per tutta l'estate ed e' compilabile
nel sito www.emis-survey.eu
(Wel/ Dire)