DOPO L'UNASAM, ANCHE L'ASSOCIAZIONE PER LA SALUTE MENTALE LAZIO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 giu. - "Non abbiamo nulla a
che fare con le non nominate, sedicenti, associazioni familiari
che dovrebbero partecipare al convegno del 9 giugno". Con una
nota a firma del presidente Augusto Mariani, l'Associazione
regionale per la salute mentale del Lazio (Aresam) prende le
distanze dall'iniziativa organizzata per il 9 giugno prossimo
dall'Aisp-Med (Associazioni italiana psichiatri) sulla riforma
dell'assistenza psichiatrica: "Andare oltre la legge 180". La
precisazione dell'Aresam segue quella dell'Unione nazionale delle
associazioni per la salute mentale (Unasam), che pochi giorni fa
aveva stigmatizzato il convegno a cui dovrebbero partecipare -
oltre a Carlo Ciccioli, primo firmatario della proposta di legge
e vice presidente della commissione Affari sociali della Camera -
anche il ministro della Sanita', Ferruccio Fazio, e il
sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. Della proposta di
legge Ciccioli l'Aresam, come la stessa Unasam di cui fa parte,
contesta soprattutto il fatto che "vorrebbe istituire Trattamenti
sanitari obbligatori prolungati (Tsop) della durata di sei mesi e
rinnovabili anche presso strutture private".
Secondo l'Aresam, dunque, quella dell'onorevole Ciccioli sarebbe
una "proposta profondamente limitativa della liberta' personale
perche' viola l'articolo 32 della Costituzione italiana e
impedisce che la presa in carico dei pazienti sia globale e
continua, compromettendo le buone pratiche indirizzate alla
guarigione e all'integrazione sociale". Nello stesso tempo
l'associazione "deplora vivamente" la "locuzione ingannevole"
utilizzata dagli organizzatori dell'iniziativa "per accreditare
un consenso anche da parte di organizzazioni, come l'Aresam
nettamente contrarie alle finalita' del convegno medesimo".
Invita infine gli organizzatori a "rettificare l'annuncio con lo
stesso rilievo dato e con le stesse modalita' impiegate per esso,
specificando l'identita' delle associazioni in oggetto" e si
riserva di "agire attraverso le opportune sedi legali, qualora
sia necessario, affinche' sia rispettato il proprio diritto a non
vedere confusa la propria immagine con iniziative che
assolutamente non condivide nel merito e nella forma".
(Wel/ Dire)