(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 giu. - Lo stato vegetativo
"e' una disabilita' gravissima e la diagnosi, per questo motivo,
deve indicare da quando a quando sussiste questa disabilita'". Lo
ha detto il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella
presentando il documento 'Stato vegetativo e minima coscienza'
prodotto da un gruppo di esperti presieduti dallo stesso
sottosegretario. Parallelamente e' stato anche elaborato un
'Libro bianco sugli stati vegetativi e di minima coscienza' con
il punto di vista delle associazioni che rappresentano i
familiari.
"Benche' non sia possibile parlare in assoluto di
irreversibilita' della condizione, quando la persona in Stato
vegetativo raggiunge la stabilita' clinica ed entra in una fase
di cronicita'- scrive il Gruppo di lavoro- essa deve essere
considerata una persona con gravissima disabilita'". Allo stato
attuale delle conoscenze il Gruppo ministeriale ritiene che "non
possa essere esclusa la presenza di elementi di coscienza nei
pazienti in SV" ma "il livello e la qualita' di tali elementi
variano da paziente a paziente". Il Gruppo raccomanda di non
connotare, in fase di diagnosi, lo stato vegetativo come
"persistente o permanente, ma indicando la causa che lo ha
determinato e la sua durata in settimane o mesi" e raccomanda
l'istituzione di un registro nazionale dei disturbi prolungati di
coscienza da gravi celebro lesioni acquisite.
Al pari degli altri individui con gravissime patologie anche il
paziente in Stato Vegetativo (SV), continua il documento
ministeriale, "puo' essere preferibilmente accolto a domicilio o,
quando cio' risulta impossibile, puo' essere trasferito in
strutture a carattere non prettamente sanitario". Nella sintesi
del testo si legge anche che "sembrerebbe che non possa essere
escluso in assoluto il miglioramento delle funzioni cognitive,
anche a distanza di molti anni dall'evento acuto".
Anche per questo e' necessario che le Regioni rendano
"omogenea" l'organizzazione sanitaria e socio-assistenziale.
Quanto agli elementi di coscienza dei pazienti in SV,
attualmente, secondo gli esperti, con ogni probabilita' non ci
sono tutti gli strumenti tecnici per poterli rilevare. Le
associazioni dei familiari dei pazienti hanno chiesto che il 9
febbraio di ogni anno, data della morte di Eluana Englaro, possa
essere istituita la Giornata degli Stati vegetativi. E hanno
chiesto anche che il lavoro del Gruppo ministeriale e i contenuti
del Libro bianco non si perdano. "Sara' nostra responsabilita'-
ha risposto Gianluigi Gigli, professore straordinario di
neurologia a Udine- fare in modo che questo lavoro non finisca in
un cassetto".
Il documento del ministero della Salute sugli stati vegetativi
(che li definisce come una disabilita' grave) sara' la base per
delle linee guida da presentare alle Regioni sulle Unita' di
accoglienza di questi pazienti. Ad oggi, infatti, sussistono
rilevanti differenze di assistenza sul territorio. Lo annuncia il
sottosegretario alla salute Eugenia Roccella, che oggi ha
presentato un documento prodotto da un Gruppo ministeriale di
esperti sugli Stati vegetativi.
"Da questo documento- ha detto Roccella- scaturira' certamente
un rifinanziamento dei progetti gia' oggi finanziati e poi ci
saranno delle linee guida da presentare alle Regioni
sull'assistenza. Il problema e' l'appropriatezza della
riabilitazione. Poi ci vorra' un atto normativo per istituire un
registro degli stati vegetativi". Quanto al biotestamento, il ddl
che dovra' essere presto discusso in aula alla Camera non sara'
toccato dal documento ministeriale presentato oggi in quanto
"nella legge e' gia' stato applicato il principio di cautela.
Questo lavoro, al massimo, conferma il nostro approccio".
(Wel/ Dire)