A VERONA IL CONGRESSO NAZIONALE IN COLLABORAZIONE CON IL DPA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 giu. - "Le neuroscienze e le
tecniche di neuroimaging sono un ausilio insostituibile per lo
studio della struttura ma anche della funzionalita' del cervello
e delle sue alterazioni provocate dal consumo di droghe. Scoprire
come si modificano permette a medici e operatori di costruire
percorsi di cura e riabilitazione delle tossicodipendenze piu'
mirati, efficaci e duraturi". Cosi' il capo del Dipartimento
Politiche Antidroga (Dpa), Giovanni Serpelloni, ha aperto il 2°
Congresso nazionale "Neuroscience of addiction. Neurobiologia,
neuroimaging e aspetti educativi nelle dipendenze", organizzato
dal Dipartimento delle Dipendenze dell'Ulss 20 di Verona in
collaborazione con il Dipartimento Politiche Antidroga della
Presidenza del Consiglio dei ministri.
"L'osservazione del cervello, attraverso le tecniche di
neuroimaging - ha proseguito Serpelloni - ha consentito in questi
anni di scoprire quali aree subiscono danni, permanenti e
temporanei, con l'uso di droghe e di analizzare i comportamenti e
i disturbi correlati a questi danni. Disturbi che possono essere
curati con un'adeguata stimolazione psichica. Cambia la mente e
cambierai il cervello - ha osservato il capo del Dpa - Gli
stimoli psichici infatti possono modificare la neuro plasticita'
del cervello: quest'ultima e' infatti la capacita' delle
strutture cerebrali di modificarsi in base agli stimoli ricevuti
dall'ambiente esterno. Un elemento attivo tanto nella dipendenza
quanto nel suo trattamento. Queste nuove conoscenze - ha
sottolineato Serpelloni - ci dimostrano dunque che le
istituzioni, gli operatori, i medici e gli educatori possono
diventare una parte attiva importante nella prevenzione".
Secondo il capo del Dpa, quindi, e' necessario far comprendere
che la prevenzione deve essere fatta a piu' livelli, che non deve
concentrarsi solo sugli adolescenti ma che il percorso preventivo
inizia gia' a 4 - 5 anni di eta'. Solo cosi' i ragazzi possono
arrivare al momento del loro primo approccio con la sostanza,
inevitabile oggi data la capillarizzazione dell'offerta, con un
bagaglio di regolamenti e comportamenti consolidati che permetta
loro di avere gli strumenti adeguati per affrontare e superare
correttamente questa particolare fase.
"Ci auguriamo quindi - conclude Serpelloni - che queste giornate
di lavori siano di stimolo alla riflessione, forniscano una nuova
chiave di lettura del fenomeno delle tossicodipendenze e siano la
base per rivalutare e reimpostare i nostri modelli interpretativi
e i nostri metodi di prevenzione e intervento".
(Wel/ Dire)