(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 giu. - Otto licenziamenti,
sedici progetti sospesi e una protesta davanti al Vicariato. Sono
gli elementi che accomunano utenti e lavoratori dell'Istituto di
riabilitazione Opera don Guanella - Santa Rosa di Roma. Come
conseguenza del piano di rientro sanitario regionale, infatti,
sedici ragazze saranno presto "dimesse" dal progetto di
semiresidenzialita' che finora le ha coinvolte: i genitori delle
ragazze, lamentando il disagio enorme che subiranno, scrivono una
lettera ricordando anche la situazione di otto operatori, che,
nei prossimi giorni, subiranno le conseguenze della procedura di
licenziamento collettivo. Nella missiva, l'appello a tutti i
genitori coinvolti nel problema, anche in altre, per un
appuntamento di protesta oggi sotto al Vicariato intorno alle 16.
"Vi scriviamo per informarvi della tragica situazione
dell'istituto Santa Rosa: e' iniziata - scrivono - la procedura
di licenziamento collettivo di otto dipendenti dell'azienda e
inoltre, a scadenza dei progetti riabilitativi, verranno dimesse
sedici nostre ragazze, tutte utenti del settore
semiresidenziale". "Oltre al rammarico di perdere otto operatori
che per anni hanno seguito con amore e professionalita' le
ragazze, si aggiunge - continua la nota - la preoccupazione,
viste le problematiche della sanita' del Lazio, di dove
ricollocare le ragazze dimesse. Come nel licenziamento collettivo
non si conoscono ancora i nomi degli operatori prescelti, alla
stessa maniera non sappiamo con quale modalita' verranno
interrotti i progetti delle utenti, quindi tutte le nostre
ragazze , in questo momento sono a rischio". "Questa volta per
tutte le ragioni espresse, vi preghiamo vivamente di partecipare
alla manifestazione pacifica che noi genitori, con l'apporto dei
lavoratori dell'azienda e delle sigle sindacali, stiamo
organizzando per il giorno 4 giugno 2010 sotto il Vicariato, in
piazza San Giovanni in Laterano, 6 alle ore 16. Non dobbiamo
dimenticare - concludono - che il carisma dell'Opera Don Guanella
e' quello di proteggere i nostri figli, aiutare le famiglie e
salvaguardare gli operatori che, nel rispetto di quell'afflato,
hanno sempre lavorato".
(Wel/ Dire)