(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 giu. - "Effetti gravi e
disciminanti sulle categorie sociali piu' fragili". A questo,
secondo il Jesuit Social Network Italia - una federazione di 32
associazioni di laici e gesuiti impegnate nel sociale - portera'
l'innalzamento della soglia per ottenere la pensione
d'invalidita' decisa dal governo nella manovra economica entrata
in vigore nei giorni scorsi. Dal 1 giugno scorso possono ottenere
l'assegno di poco piu' di 250 euro mensili per tredici mensilita'
solamente coloro ai quali viene riconosciuta una percentuale di
invalidita' pari o superiore all'85%: la precedente soglia era
fissata al 74%. La federazione parla di "gravi effetti negativi
sulle persone piu' fragili ed emarginate", che saranno
allontanate "sempre piu' dalla possibilita' di avviare e
sostenere percorsi di recupero e di reintegrazione".
In particolare, l'associazione San Marcellino di Genova che
opera con i senza dimora e la Comunita' Emmanuel che lavora con
persone affette da dipendenza affermano che "le persone che
vivono in situazioni di marginalita' gravi sono vittime di una
serie di patologie fisiche e psichiche che aggravano le gia'
precarie condizioni sociali: l'innalzamento indiscriminato della
soglia di invalidita', cosi' come prevista, di fatto esclude,
secondo le attuali tabelle stabilite con Decreto del Ministero
della Sanita' nel lontano 1992 che fissano le percentuali di
invalidita' a seconda delle diverse malattie invalidanti, tutta
una serie di patologie che tipicamente appartengono alle persone
che vivono in strada o che sono o sono state dipendenti da
sostanze".
"Escludere queste persone da un sostegno economico, pur se
minimo - continuano - significa di fatto impedire loro di
sopravvivere e proseguire o avviare i tanti percorsi avviati di
riabilitazione e di ritorno a forme di autosufficienza: a fronte
di un risparmio di cassa si cancellano anni di lavoro e le
condizioni minime per consentire a queste persone un ritorno ad
una vita propria, rigettandole indietro".
"Crediamo - affermano - che non possano essere negati il
diritto ad una vita degna e ad una possibilita' di riscatto e
reintegrazione, e che ad un astratto principio di solidarieta' da
piu' parti invocato non debbano seguire, di fatto, azioni di
esclusione e emarginazione sempre piu' gravi e invalidanti". Da
qui l'auspicio che "le forze sociali e politiche del paese si
possano attivare perche' i sacrifici imposti dall'attuale
situazione economica non ricadano su coloro che non hanno voce e
pagano il prezzo di una vulnerabilita' cronica".
(Wel/ Dire)