"SE SERVE SI PUÒ GIÀ FARE, MA MEGLIO PIÙ SERVIZI E SOSTEGNO".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 4 giu. - Applicare il Tso alle
mamme che soffrono di depressione post partum? Una proposta
"pericolosa". Luigi Attenasio, presidente nazionale di
Psichiatria democratica, contesta l'idea lanciata da Giorgio
Vittori, presidente della Sigo (Societa' italiana di ginecologia
e ostetricia) e da Antonio Picano, presidente dell'Associazione
strade onlus, alla luce della vicenda della madre di Passo Corese
(Rieti) che ha ucciso il figlio di pochi mesi. Da un alto, lo
psichiatra segnala che si tratta della "scoperta dell'acqua
calda: il Tso esiste e puo' essere fatto, se serve". Dall'altro,
proporre il trattamento sanitario obbligatorio come
"provvedimento preventivo e per una intera categoria e'
pericoloso e si inserisce- osserva Attenasio- nella tendenza di
'securitare' ogni situazione a rischio".
Il direttore del Dipartimento di Salute mentale della Asl Roma
C osserva: "Il rischio fa parte della vita: certo bisogna essere
attenti alle fasi delicate di una persona come l'adolescenza o la
pensione... Ma poi cosa vuol dire Tso domiciliare? Vogliamo
trasformare la casa in un ospedale? In un bunker? E poi- chiede
ancora il presidente di Psichiatria democratica- la mamma sara'
seguita da chi? Dal compagno? Dal servizio sanitario?".
Insomma, un provvedimento che limita la liberta' individuale
"si puo' fare ma con le dovute garanzie, a livello individuale e
come atto di emergenza, non e' una soluzione pret a' porter.
Altrimenti- avverte- creiamo un altro stereotipo, 'la mamma
depressa'". Piuttosto servirebbero "maggiori servizi, sostegno e
fiducia alle donne che diventano madri. O vogliamo far passare il
concetto che le mamme che partoriscono sono pericolose? Ma per
piacere". Infine, Attenasio invita i ginecologi a dire la loro:
"Vorrei sapere se sono d'accordo...".
(Wel/ Dire)