(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 gen. - Due mesi di dieta
ipocalorica e di notte si torna a riposare. È la soluzione
proposta in uno studio svedese del Karolinska Institute,
pubblicato sulle pagine della rivista scientifica 'British
Medical Journal'. I medici svedesi hanno sottoposto i volontari a
un regime alimentare piuttosto rigido, basato sull'assunzione di
liquidi per le prime otto settimane e sulla graduale
reintroduzione di cibi solidi per altre due. Una soluzione forse
un po' estrema, ma funzionale. I soggetti sottoposti a questo
tipo di dieta hanno perso in media 19 chili e hanno mostrato una
riduzione netta dei casi di apnee notturne, da 37 a 12 nel corso
di un'ora di sonno. Un altro gruppo di volontari ha invece
continuato ad alimentarsi in maniera consueta e i livelli di
apnee sono rimasti identici. Michele De Benedetto, direttore
della Unita' operativa complessa di otorinolaringoiatria presso
l'Ospedale "V.Fazzi" di Lecce e past president della Societa'
italiana di otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale
(Sio), proprio a proposito dello studio svedese commenta: "Gia'
da tempo e' risaputo che l'obesita' rappresenta un importante
fattore di rischio nel determinismo dei disturbi respiratori nel
sonno, e sicuramente un fattore di aggravamento,quando si
sovrappone in un paziente gia' con apnee ostruttive durante il
sonno. E' stato pero' anche dimostrato- prosegue De Benedetto-
che un dimagramento importante determina un netto miglioramento
della sintomatologia, ma si e' visto che in oltre il 90% dei
pazienti al dimagrimento rapido fa' seguito un nuovo aumento
patologico di peso, con conseguenze sul sonno ancora piu' gravi
rispetto alla situazione di partenza,in quanto si ripristina la
massa adiposa ma non la massa muscolare perduta con la dieta
precedente. E' per questo motivo- sottolinea l'esperto- che le
diete eroiche non vengono piu' prese in considerazione come reale
ed utile trattamento terapeutico dell'OSAS (Sindrome delle apnee
ostruttive nel sonno), ma e' invece opportuno- consiglia
l'otorino- far capire al paziente che deve abituarsi ad un nuovo
regime alimentare piu' accettabile e per questo prolungato nel
tempo. Solo cosi'- conclude- insieme ad altri presidi terapeutici
il paziente potra' trarne sicuri benefici".
Dunque, anche se il peso potrebbe incidere in maniera
sostanziale sulla presenza di questo disturbo della respirazione,
gli esperti non attribuiscono alla sola perdita di peso la
soluzione del problema. Delfo Casolino, direttore dell'Unita'
operativa complessa di Orl all'ospedale civile di Ravenna e past
president Sio, sottolinea che "un significativo calo ponderale
nel paziente affetto da OSAS severo e' spesso necessario se si
tratta di un paziente sovrappeso o obeso, riducendo su piu'
fronti il rischio cardiovascolare". E aggiunge: "Non si puo'
trascurare pero' che la genesi dell'apnea e' sovente
multifattoriale, e il programma dietetico deve sempre essere
integrato in un inquadramento generale del paziente, che
comprenda lo studio completo delle VADS in veglia e durante il
sonno (Sleep Endoscopy). Infatti- conclude Casolino- il solo calo
ponderale non sara' sufficiente in caso di ostruzioni anatomiche
significative a carico della base linguale, delle tonsille
palatine, retrusione bimascellare, o funzionali (evidenziabili
con la Sleep Endoscopy)".
(Wel/ Dire)