"LASCIAMO FARE AL SERVIZIO SANITARIO"; MARRI (UDC) CRITICA MURA.
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 12 gen. - Sui registri per
testamenti biologici e stati vegetativi e' meglio se il Comune di
Bologna lascia la strada al sistema sanitario. Lo sostiene
Donata Lenzi, deputata bolognese del Pd, che in una nota
interviene nel dibattito in corso sotto le Due Torri, chiedendo
in pratica uno stop all'iniziativa portata avanti dal suo partito
a Palazzo D'Accursio. "E' positivo che si discuta e si prenda
posizione in Consiglio comunale su materie sanitarie- sostiene
Lenzi- ma non comprendo perche' sottrarre compiti alla sanita'
quando conoscenze scientifiche e relazione con il paziente sono
indispensabili". L'istituzione di un registro delle persone in
coma, "simile a quello gia' in uso sui tumori, e' utile- concede
la deputata- ma e' meglio farlo gestire dai medici che, con gli
attuali sistemi informativi e la futura scheda del paziente, gia'
possiedono una parte dei dati".
Allo stesso modo anche il registro dei Dat, continua Lenzi,
"serve solo se conosciuto anche dal sistema sanitario in modo
possibilmente informatizzato e non localistico". Del resto,
sottolinea la democratica, "nessuno puo' sapere prima quando e
dove gli servira'". Tra l'altro, prosegue Lenzi, le dichiarazioni
anticipate non riguardano solo gli stati di coma, ma servono
soprattutto "a chi si trova in fase terminale: malati oncologici
o neurologici o con altre patologie gravemente invalidanti. In
questi casi- afferma la deputata Pd- le disposizioni sono spesso
fatte con l'aiuto del medico curante".
Intanto Maria Cristina Marri, consigliera comunale della lista
Guazzaloca e segretario provinciale Udc, in una nota si scaglia
contro Silvana Mura, leader in Emilia-Romagna dell'Italia dei
valori. La dipietrista ha infatti stoppato la proposta di censire
tutte le persone in coma o in stato vegetativo sotto le Due
Torri, perche' si tratta di una cosa che "esula dalla sfera di
competenza del Comune di Bologna". Parole che a Marri suonano
male. "Non si capisce quale sia la ratio- replica la casiniana-
che Mura adotta nel distinguere la competenza parlamentare
sull'argomento dei registri per i Dat e per gli stati
vegetativi". Infatti, sottolinea Marri, "sembra piu' di
competenza del Comune disciplinare quanto in sua potesta' per
dare assistenza socio-sanitaria agli stati vegetativi, piuttosto
che raccogliere dichiarazioni di volonta' che poi di fatto sono
carta straccia". Le valutazioni di Mura, dunque, secondo la
guazzalochiana sono "molto strumentali e veramente superficiali.
Invito Mura ad un ripasso delle basilari nozioni che regolano le
attivita' delle Regioni e dei Comuni. Forse dimentica- insiste
Marri- che in materia di sanita' il Titolo V della Costituzione
ha delegato la materia alle Regioni e che da tempo si stilano i
Piani di Zona per l'intervento socio-sanitario delle Regioni,
delle Province e dei Comuni in rapporto con le Ausl".
In favore del censimento si esprimono intanto gli ex Ppi
Angelo Rambaldi e Paolo Giuliani, che in una nota invitano
Palazzo D'Accursio ad andare oltre. "Andare oltre per noi vuole
dire coinvolgere nell'iniziativa realta' professionali e tecniche
che hanno conoscenza del problema", spiegano Rambaldi e Giuliani.
Il registro degli stati vegetativi, dunque, per gli ex Ppi e' una
buona proposta "perche' aiuterebbe famiglie lasciate sole. Basti
pensare alla vicenda di Romano Magrini, a cui non si e' stati
capaci di garantire un alloggio che gli avrebbe consentito di
stare vicino alla figlia". Certo, ammettono Rambaldi e Giuliani,
"e' complesso attivare interventi di sostegno alle famiglie, ma
si puo' e si deve fare". A Bologna, poi, "a peggiorare la
situazione persiste un deficit drammatico di posti letto anche
per semplici case di riposo e Rsa- sottolineano i due fondatori
della lista Bologna al centro- queste sono le priorita' di cui si
dovrebbe parlare in Consiglio comunale e nelle commissioni: la
tutela della dignita' della vita e non corsie preferenziali per
la morte". Rambaldi e Giuliani sono infatti fortemente contrari
al registro comunale per le dichiarazioni anticipate di
trattamento. E accusano il capogruppo del Pd a Palazzo
D'Accursio, Sergio Lo Giudice, e la presidente della commissione
Sanita', Teresa Marzocchi, di essere strumentali. "Se non si
trattasse di una cosa drammaticamente seria- attaccano gli ex
Ppi- fa semplicemente ridere sostenere che il Comune non ha
competenza sul registro delle persone in coma mentre si rincorre
quello per il testamento biologico, dove li' si' che Palazzo
D'Accursio non ha alcun potere e l'iniziativa ha solo motivazioni
dottrinario-giacobine".
(Wel/ Dire)