"MEGLIO L'AUTONOMIA", ROCCELLA RISPONDE: 'DECIDANO GLI ESPERTI'
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 23 feb. - La Regione
Emilia-Romagna non sembra per ora retrocedere sulla Ru486. Mentre
cresce l'attesa per l'annunciata lettera del sottosegretario alla
Salute, Eugenia Roccella, ai presidenti delle Regioni riguardo le
modalita' di somministrazione della pillola abortiva, l'assessore
alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna
Giovanni Bissoni mette gia' i puntini sulle i e ricorda che "in
materia di organizzazione e gestione dei servizi sanitari la
Costituzione tutela l'autonomia regionale".
Bissoni, che ritiene "un non senso" il ricovero ordinario
"fino alla certificazione dell'avvenuta espulsione
dell'embrione", precisa che in un comunicato che sara' valutata
"con molta attenzione la lettera del sottosegretario Roccella
sulle modalita' di somministrazione della Ru486". L'assessore
difende la posizione della Regione: "L'Emilia-Romagna ha assunto
il proprio orientamento, preferendo il ricorso al ricovero in day
hospital" sottolineando che questa scelta avviene "nel pieno
rispetto della tutela della salute della donna, della 194, della
delibera Aifa, delle valutazioni clinico-assistenziali dei
professionisti coinvolti". Per Bissoni "in materia assistenziale"
dovrebbero essere "i professionisti, e non la politica, a
definire i migliori percorsi assistenziali sulla base delle
competenze e conoscenze scientifiche".
LA RISPOSTA - "Condivido con l'assessore Bissoni che debbano
essere prima di tutto gli esperti a valutare i rischi connessi
alle diverse modalita' con cui assumere la pillola abortiva
Ru486". Eugenia Roccella, sottosegretario alla Salute, in una
nota commenta cosi' le dichiarazioni di Giovanni Bissoni. Per la
Roccella "e' fondamentale quindi tenere conto dei due pareri del
Consiglio superiore di sanita' (la massima autorita' sanitaria in
Italia), nei quali si afferma che c'e' parita' di rischio fra
metodo abortivo chirurgico e farmacologico, solo se l'intera
procedura viene completata in ospedale, dove 'la donna deve
essere trattenuta fino ad aborto avvenuto'".
Il sottosegretario torna quindi sulla lettera che sara'
inviata ai presidenti delle Regioni riguardo le modalita' di
somministrazione della pillola abortiva: "Per quanto riguarda
l'annunciata lettera ai presidenti di Regione, si tratta,
semplicemente, del parere di compatibilita' con la legislazione
nazionale richiesto dalla direttiva europea sul Mutuo
riconoscimento dei farmaci, e a suo tempo inviato dal Ministro
Sacconi alla Commissione Europea. Pieno rispetto, dunque, per le
competenze e le autonomie delle Regioni: e' evidente che un
parere di compatibilita' legislativa non puo' che essere fornito
dal Governo o dal Parlamento".
(Wel/ Dire)