ISPEL: "IL 26% LAMENTA RISCHI PER LA PROPRIA SALUTE MENTALE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 18 feb. - Circa il 26% delle
persone occupate nel settore sanitario risentono di disturbi
psicologici derivanti da stress. Tra le prime cause l' eccessivo
carico di lavoro. Stress fisico, dunque, ma non solo. Ad incidere
maggiormente sui lavoratori del settore sanitario, e' lo stress
psicologico. Circa il 26% degli occupati nel settore, infatti,
lamenta forti rischi legati al proprio benessere mentale.
Sarebbero le donne, impiegate nella sanita' e nella pubblica
amministrazione, ad essere particolarmente esposte. Per il 14,5%
degli occupati, invece, il carico di lavoro eccessivo e' la prima
fonte di stress, mentre per il 4,6% deriva da manifestazioni di
prepotenza e discriminazione e per circa l'1,6% sono fonte di
disagio e malessere le violenza fisiche sul luogo di lavoro. E'
stato calcolato, infatti, che oltre un milioni di lavoratori e'
soggetto a fenomeni di discriminazione, mentre circa 381 mila si
dichiara esposto a minacce o violenze fisiche. Sono solo alcuni
dei dati Ispel, divulgati durante la "XI Giornata Nazionale di
informazione sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro",
che si e' svolta ieri presso la sala multimediale dell'Istituto
Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (Ispel), e
organizzata dal Dipartimento di medicina del Lavoro
dell'Istituto. "L'importanza della salute mentale e del benessere
al lavoro e' stata riconosciuta anche dall'Organizzazione
mondiale della Sanita' (Oms), in occasione della Conferenza
ministeriale sulla Salute Mentale del 2005" - sottolinea Sergio
Iavicoli, direttore del Dipartimento di medicina del lavoro - "Al
proposito, i partner sociali europei hanno preso l'iniziativa per
contrastare le problematiche connesse al benessere, alla
prevenzione, al trattamento, cura e riabilitazione dei problemi
di salute mentale, concludendo due accordi volontari sullo stress
correlato al lavoro (2004) e sulle molestie e la violenza nel
luogo di lavoro (2007)". Il rischio psicosociale al lavoro,
ancora, secondo L'Unione europea, interessa circa 40 milioni di
cittadini, e proprio nel settore delle molestie, un primato in
negativo spetta alle donne che lavorano nella pubblica
amministrazione, in particolare per le posizioni dirigenziali e
quelle di operaie e collaboratrici. Sono loro ad essere le
principali protagoniste di fenomeni di prepotenza e
discriminazioni. L'eta' media e il ruolo di "collaboratore",
derivante anche dalla debolezza della loro posizione, andrebbero
ad aumentare questi rischi.
(Wel/ Dire)