(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 feb. - "Fermare il decreto
contenente le misure che di fatto deresponsabilizzano i vertici
militari in relazione ai casi di malattia e infortunio che
possono riscontrarsi sui soldati reduci dalle missioni
all'estero". La richiesta, in una nota, porta la firma delle
associazioni 'Vittime Uranio' e 'Anavafaf' di Falco Accame.
"Da oggi- si legge- approda in Senato il decreto legge 1/2010,
con cui lo scorso primo gennaio il governo ha rifinanziato le
missioni internazionali di peacekeeping. Al quarto comma
dell'articolo 9 si legge che: '... non e' punibile a titolo di
colpa per violazione di disposizioni in materia di tutela
dell'ambiente della tutela della salute e sicurezza nei luoghi di
lavoro, per fatti connessi nell'espletamento di attivita' e
operazioni o addestramento svolte nel corso di missioni
internazionali, il militare dal quale non poteva esigersi un
comportamento diverso da quanto tenuto, avuto riguardo alle
competenze ai poteri e ai mezzi di cui disponeva in relazione ai
compiti affidatigli'".
Per le associazioni, "si tratta semplicemente di una norma
vergognosa e anticostituzionale, un tentativo di dare un colpo di
spugna alle responsabilita' di chi ad esempio ha inviato i nostri
militari all'estero senza informarli dei rischi connessi
all'esposizione all'uranio impoverito- conclude la nota- di chi
non ha adottato le norme di protezione e di chi non ha fatto
rispettare le stesse una volta emanate. Ci aspettiamo che il
Parlamento rispedisca al mittente, questa norma 'salva generali'".
(Wel/ Dire)