MA AL SENATO IL GOVERNO SI CORREGGE: NESSUN OBBLIGO DI SCRIVERLA
ROMA - Immediato dietrofront della maggioranza e governo
sull'obbligo di inserire nella carta d'identita' la volonta' o
meno di donare gli organi. La norma era comparsa ieri sera nel
maxiemendamento al decreto Milleproroghe e oggi, nell'aula del
Senato, il presidente della commissione Bilancio, Antonio
Azzolini, ha chiesto e ottenuto dal governo, c'era il
sottosegretario Luigi Casero, di sostituire la parola "deve"
indicare il consenso o il diniego alla donazione, con la parola
"puo'". Ma dalla maggioranza spiegano che la prima versione
dell'emendamento era sbagliata: "L'obbligatorieta'- precisano-
sarebbe stata incostituzionale".
In precedenza, la vicepresidente dei senatori Pdl, Laura
Bianconi (Pdl), che ieri era riuscita a fare inserire il suo
emendamento sull'indicazione del consenso o meno nella carta
d'identita', aveva parlato di "una grande svolta di civilta', che
sicuramente aiutera' a rendere piu' chiara la donazione degli
organi da parte di tutti i cittadini italiani, che potranno
dichiarare in piena consapevolezza nella carta d'identita' se
vogliono o meno donare i propri organi".
Positivo era stato anche il giudizio di Ignazio Marino (Pd),
presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario
nazionale: "Il decreto milleproroghe, sul quale peraltro il
Governo si appresta a chiedere l'ennesima fiducia in Senato,
contiene norme che non servono al Paese, ma ai soliti noti. E'
pero' apprezzabile la novita' introdotta grazie ad un emendamento
della senatrice Bianconi, ovvero la possibilita' di introdurre
nella carta di identita' indicazione del consenso o del diniego
della persona a donare i propri organi in caso di morte. Il tema
dei trapianti e' anche all'attenzione della Commissione
parlamentare d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale, che
presiedo. Vogliamo condurre un'inchiesta per verificare che non
vi siano disparita' nel nostro Paese, nell'attribuzione degli
organi per trapianto".
(Wel/ Dire)