LA VICENZA GIUDIZIARIA. BIOTESTAMENTO, ANCORA NIENTE LEGGE
(DIRE - Notiziario) Roma, 9 feb. - Il 9 febbraio 2009,
esattamente dodici mesi fa, moriva Eluana Englaro, dopo 17 anni
di coma vegetativo passati inchiodata a un letto, in seguito ad
un tragico incidente stradale. Nove di questi anni il padre di
Eluana, Beppino, li ha trascorsi entrando e uscendo dai
tribunali, combattendo una battaglia legale senza precedenti in
Italia per poter staccare la macchina, per poter interrompere
idratazione e alimentazione ad una figlia ormai incapace di
interagire con l'ambiente circostante. Eluana "e' stata una
purosangue della liberta'", ha ribadito in questi giorni Beppino,
in ricordo della figlia. E poi giu' piu' duro: "Non e' vero che
e' stata sottoposta ad un accanimento terapeutico, ma ha subito
una vera e proprie violenza terapeutica".
L'ULTIMO VIAGGIO L'ultimo viaggio di Eluana e' cominciato tra il
2 e il 3 febbraio 2009, nella notte, con il trasferimento da
Lecco alla clinica La Quiete di Udine, l'unica che ha accettato
di ospitare la ragazza per l'ultima fase della sua vita, di
aiutarla a morire staccando alimentazione e idratazione dopo il
si' dei giudici. All'inizio si era ipotizzato che la ragazza
sarebbe potuta rimanere in vita fino a quindici giorni dopo
l'avvio della "procedura". Eluana e' morta il 9 febbraio, mentre
al Senato si votava la legge sul testamento biologico, il disegno
di legge Calabro'. Un tentativo della politica di bloccare la
decisione dei tribunali e quella della famiglia della giovane.
LA VICENDA GIUDIZIARIA La vicenda giudiziaria di Eluana Englaro
e' andata avanti per oltre 9 anni, con nove decisioni pronunciate
dalla Magistratura facenti capo a tre diversi procedimenti. Tutto
e' iniziato nel dicembre del 1999, quando la Corte d'appello di
Milano respinse la richiesta del padre-tutore di sospendere
l'alimentazione artificiale che teneva in vita Eluana. Poi si e'
andati avanti a colpi di ricorsi e carte bollate. La svolta nella
vicenda il 17 ottobre 2007, quando la Cassazione, rinviando alla
Corte di Appello, sottolineo' la necessita' di verificare che lo
stato vegetativo di Eluana era "irreversibile, senza alcuna sia
pur minima possibilita', secondo standard scientifici
internazionalmente riconosciuti, di recupero della coscienza e
delle capacita' di percezione", e di accertare "sulla base di
elementi tratti dal vissuto del paziente (...) che questi, se
cosciente, non avrebbe prestato il suo consenso alla
continuazione del trattamento". In sostanza, la sentenza stabili'
le circostanze in cui si puo' autorizzare la "dolce morte",
sottolineando, nelle motivazioni, che anche in una "situazione di
vuoto normativo", come in Italia, c'era la necessita' di dare
"immediata tutela al valore primario ed assoluto dei diritti
coinvolti".
Il 9 luglio 2008 la Corte di Appello di Milano, rifacendosi alla
sentenza della Cassazione, diede il via libera all'interruzione
dell'alimentazione dell'idratazione di Eluana, stabilendo dei
principi chiave e sottolineando che era "gia' stata provata
l'irreversibilita' dello stato vegetativo permanente della
giovane". La Procura generale di Milano presento' ricorso il 16
luglio 2008, chiedendo alla Corte civile di sospendere il decreto
emesso. Ricorso giudicato inammissibile il 13 novembre 2008 da
una sentenza della Cassazione a sezioni riunite, che con, questo
atto, autorizzo' definitivamente lo stop all'alimentazione ad
Eluana Englaro. Prima di poter staccare cibo e acqua ad Eluana,
pero', il padre ha dovuto trovare una clinica disposta a farlo.
Il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, si era messo di
traverso emanando un atto di indirizzo che impediva, di fatto, il
trasferimento della giovane nella struttura sanitaria friulana
'Citta' di Udine' che doveva accoglierla. Poi si fece avanti
l'altra clinica, 'La Quiete'. Per Eluana e' stato l'ultimo
viaggio. Nonostante il tentativo del Parlamento di bloccare i
medici.
LA LEGGE SUL BIOTESTAMENTO, OVVERO IL DDL CALABRÒ Subito dopo la
morte di Eluana si raggiunse un accordo tra maggioranza e
opposizione per ripartire dalla legge sul biotestamento su cui
gia' stava lavorando palazzo Madama, il cosiddetto disegno di
legge Calabro', dal nome del relatore, il senatore Raffaele
Calabro', del Pdl. Il provvedimento ha ricevuto il si' del
Senato, dopo un lungo dibattito e con l'appoggio anche
dell'opposizione, il 26 marzo 2009. Il ddl prevede il divieto
assoluto, all'articolo 3, di interruzione di alimentazione e
idratazione. E' questo uno dei punti piu' discussi. Attualmente
il testo e' alla Camera. I lavori sono molto rallentati: dopo la
corsa iniziale, con nessuna Eluana da "salvare" sembra non ci sia
piu' tanta fretta di approvare la legge.
Nelle prossime settimane "anche con l'aiuto della minoranza"
bisognera' "intensificare" i lavori alla Camera sul
biotestamento. Lo ha detto il sottosegretario alla Salute,
Eugenia Roccella, intervenendo all'approfondimento pomeridiano di
Sky Tg24. "Il dibattito e' andato avanti in modo estremamente
approfondito- ha detto Roccella- ma abbiamo pagato lo spazio dato
al dibattito con una certa lentezza dei lavori alla Camera. Ora
siamo al voto sul fatidico articolo tre, quello su idratazione e
alimentazione. Speriamo di poter ora intensificare i lavori in
modo da poter arrivare, entro l'estate, alla chiusura dell'iter
legislativo per dare finalmente una legge sulle dichiarazioni
anticipate di trattamento al paese".
"LA MIA VITA E' CAMBIATA" - Due mesi passati sotto scorta per la
paura di qualche aggressione, l'accusa di omicidio poi
archiviata. Ad un anno dalla morte di Eluana Englaro, Amato De
Monte, il medico che l'ha accompagnata nell'ultimo viaggio, si
racconta in una intervista a La Repubblica. "Pensavo che nella
fase acuta del tritacarne, tra politica e telegiornali, avessi
quasi quasi dominato la situazione meglio di quanto pensassi.
Invece allora ero sotto stress e dovevo essere presente. Le cose
piu' pesanti- racconta- sono venute dopo". L'accusa di omicidio e
la necessita' della scorta, spiega il medico, "mi hanno un po'
minato". De Monte dice di essere "cambiato" come medico e come
uomo e afferma, sulla morte di Eluana, "in quella stanza ho
assistito ad un processo di morte naturale".
(Wel/ Dire)