(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 feb. - Eutanasia, testamento
biologico o suicidio assistito. Qualunque forma giuridica e
lessicale si voglia dare alla possibilita' di scegliere la morte
per tutti coloro che sono arrivati allo stadio terminale di una
malattia grave o incurabile, il problema rimane di interesse
mondiale. In ogni Paese ci si interroga e si cerca una soluzione
non troppo laica, ma neanche troppo etica e moralista. Poco
giuridica, ma regolamentata da leggi chiare. Nel confusionario
pensiero generale sull'argomento Terry Pratchett, noto scrittore
fantasy britannico, da tempo malato di Alzheimer, propone
l'istituzione di una Corte che autorizzi il suicidio assistito.
Una sorta di Tribunale dell'eutanasia, insomma, nel quale in caso
di malattia terminale l'interessato, o chi per lui, sia
legittimato a dare il via libera per l'eutanasia. Per Pratchett,
un legale esperto in affari familiari e un dottore avvezzo al
decorso delle malattie non curabili dovrebbero far parte di
questi tribunali che, in prima istanza, dovrebbero vigilare sulla
sanita' mentale di chi chiede di morire ed evitare ogni possibile
condizionamento esterno.
Insomma, secondo lo scrittore britannico, "e' giunto il
momento di rendere legale l'eutanasia, perche' - sostiene
Pratchett - se qualcuno assiste qualcun altro nel togliersi la
vita, sia in questo Paese che in altri, diventa un sospetto
omicida. Sarebbe meglio - dice - per una persona che desidera
morire, recarsi con amici e parenti in un tribunale e presentare
il suo caso. In questo modo - conclude lo scrittore- se il
suicidio avviene, si consuma con il benestare delle autorita'". E
Pratchett, malato di Alzheimer da anni, si dichiara disponibile a
"fare da cavia."
(Wel/ Dire)