CONGRESSO NAZIONALE SIC: NEL 2009 DEPRESSIONE PER 7 SU 100
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 dic. - Il cuore degli
italiani sta cedendo sotto "i duri colpi della crisi economica".
A dirlo i cardiologi italiani. Secondo la Sic, la Societa'
italiana di cardiologia, infatti, "dal manager, all'impiegato,
all'operaio, alla famiglia", troppi fattori mettono fine alle
certezze, con conseguenze serie: "Perdita del posto di lavoro,
cassa integrazione, angoscia della quarta settimana, timore del
domani specie per i figli". Cosi', si entra nel tunnel della
depressione. In Italia, nel 2009 (lo dice l'indagine Passi) quasi
7 italiani su 100 hanno sofferto di un episodio depressivo. E la
depressione peggiora, giorno dopo giorno, lo stato
cardiovascolare in un malato o lo puo' innescare: aritmie, crisi
cardiache, addirittura infarto. Tanto che l'Oms ha inserito
nell'Atlante delle malattie cardiache, tra i fattori di rischio
modificabili, proprio la depressione, lo stress e il basso stato
socioeconomico. E' quanto emerso al 71esimo Congresso nazionale
della Societa' italiana di cardiologia (Sic). "E' un disegno
preoccupante quello che stiamo verificando nella nostra
quotidianita'- dice Paolo Marino, presidente della Sic - anche
perche' la crisi economica piomba sul cuore in un momento in cui
registravamo un calo della mortalita' per malattie
cardiovascolari per merito della prevenzione. Il mondo che si
ripete: le cicliche crisi economiche, a partire da quella del
1929 e degli Anni 70, ci hanno insegnato che l'incertezza
dell'oggi e la paura del domani aumentano, ma ne possono anche
essere la causa, i rischi cardiovascolari. E la realta' di oggi
puo' darcene conferma".
Scendendo nel dettaglio, aggiunge Marino, "rischiano
ripercussioni cardiache tutti i soggetti che sono vittime della
crisi, nessuno escluso. In primo luogo i manager: vivono una
situazione estremamente stressante e non solo per le sorti della
propria azienda, di cui sono proprietari o dirigenti, ma anche
per quella dei dipendenti. È un momento di grande sofferenza-
cuore e cervello in primo luogo- quello in cui devono comunicare
ai dipendenti che e' giunto il momento di arrendersi alla crisi.
E poi, l'esercito delle partite iva molto presente specie nel
Nord d'Italia: sono persone che improvvisamente vedono venir meno
il loro, piccolo o grande, volume di affari. E arriviamo all'
operaio o all'impiegato che, non bisogna sottovalutarlo, vive lo
stress giorno dopo giorno in famiglia, costretto a stare in casa
o a girovagare alla ricerca di un lavoro e a tagliare le spese,
specie nei confronti dei figli. Infine, l'anziano pensionato che
vive, quasi con terrore, la quotidianita' gia' difficile. Spesso
queste persone sono gia' sofferenti di malattie cardiache".
Conclude il presidente Sic: "La preoccupazione che vive chi e'
in terapia e che potrebbe essere costretto a ridurre o a cambiare
le cure: mi riferisco in primo luogo al diabetico e a chi soffre
di ipercolesterolemia. C'e' da aggiungere - e il dettaglio non e'
insignificante - che per colpa della crisi si taglia nettamente
la spesa per la palestra e si perde la voglia di andare a
passeggiare. Il cuore ne risente. Infine, lo stress spinge a
mangiare disordinatamente, per soffocare l'ansia. Il rischio e'
facilmente comprensibile".
(Wel/ Dire)