È SALMONELLLA NEL 65% DEI CASI E 1 SU 6 HA ABITUDINI A RISCHIO
(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 6 dic. - Cattive abitudini
alimentari, scarsa attenzione e, a volte, la malasorte di andare
a mangiare nel posto sbagliato al momento sbagliato. Fatto sta
che in Emilia-Romagna almeno 450 persone ogni anno accusano
sintomi da intossicazione da cibo. Lo dice il report
sull'"Epidemiologia delle malattie trasmesse da alimenti",
elaborato dalla Direzione generale Sanita' della Regione.
Secondo il dossier, nella stragrande maggioranza dei casi (il
65,4%) si tratta di salmonellosi, contratta una volta su due per
'colpa' dell'assunzione di qualche alimento contenente uova. Nel
2008 sono stati segnalati dalle Ausl regionali in tutto 26 casi
di vere e proprie "Mta" (appunto, le malattie trasmesse da
alimenti e non malori di breve durata), di cui 19 erano episodi
di salmonella. Piu' ridotte le proporzioni di altri agenti
infettivi (nel 3,1% dei casi il responsabile era lo stafilococco,
nell'1,6% il virus dell'epatite A e nell'1,2% degli episodi c'era
di mezzo il botulino).
Ma il report chiama in causa anche un cattivo rapporto delle
persone con la scelta, la conservazione e il consumo degli
alimenti. Stando ai numeri, infatti, nel 67,6% dei casi e'
proprio tra le mura di casa che si accusano sintomi legati a
qualche forma di virus alimentare. I principali fattori di
rischio sono la temperatura sbagliata di conservazione nel
frigorifero o nel freezer (18,4%), una cottura inadeguata
(17,9%), il consumo di alimenti crudi (17,3%) o la provenienza
non garantita del cibo (14,1%). Non solo: secondo dati Istat, il
30% degli emiliano-romagnoli ammette di ignorare completamente le
date di scadenza riportate sulle confezioni. E una persona su sei
confessa di aver tenuto comportamenti 'a rischio' nell'ultimo
mese.
(Wel/ Dire)