(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 6 dic. - A causare l'aumento
delle malattie infettive e' anche la perdita di biodiversita'. A
dare l'allarme e' una ricerca pubblicata sulla rivista Nature. E
i numeri non fanno ben sperare: a livello mondiale la
biodiversita' e' scesa a un ritmo senza precedenti dal 1950 ad
oggi. I tassi di estinzione sono fino a mille superiori a quelli
delle epoche passate, e si prevede che aumenteranno
drammaticamente nei prossimi 50 anni.
Gli studiosi hanno scoperto che la flora, la fauna e i microbi
con maggiori probabilita' di scomparire, a seguito della perdita
di biodiversita', sono spesso quelli che tamponano la
propagazione di malattie infettive. A rimanere sono invece quelle
specie che amplificano la trasmissione di malattie infettive,
come il virus del Nilo occidentale, la malattia di Lyme e
l'Hantavirus. Inoltre, l'espansione delle popolazioni umane puo'
incrementare il contatto con nuovi agenti patogeni attraverso
diverse attivita', tra cui il disboscamento per destinare il
terreno all'agricoltura e la caccia.
Eppure la ricerca mostra chiaramente come sia importante
conservare tutti gli esseri viventi, dai piu' grandi e visibili
ai piu' piccoli. Perche', come sottolineava saggiamente Jared
Diamond, noto biologo e fisiologo statunitense, lasciare che si
estinguano sarebbe "proprio come se facessimo saltare a caso
molte delle piccole e apparentemente inutili viti che tengono
insieme un aeroplano".
(Wel/ Dire)