(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 apr. - Alcol piu' droga
uguale sballo assicurato. Sembra essere questa, infatti, la
tendenza tra i giovani, e non solo, per enfatizzare e rafforzare
gli effetti di stupefacenti e alcol.In occasione dell'Alchol
Prevention Day, che si e' svolta ieri 29 aprile, l'Istituto
Superiore di Sanita' e l'Istat hanno tracciato il quadro del
consumo di alcol in Italia, indicando giovani e anziani come
categorie a rischio, all'interno di un quadro nazionale di
consumo al di sopra della media mondiale, con 10,7 litri
procapite annui e in cui si registrano 4 milioni di italiani che
almeno una volta all'anno si sono ubriacati. " Ci sono evidenze
epidemiologiche che dimostrano che le persone che consumano droga
associata ad alcol, vanno dal 60 all'80% - commenta Giovanni
Serpelloni. direttore responsabile del portale www.droganews.it
del Dipartimento politiche antidroga - questo binomio e' legato
al fatto che alcol e droga creano un'azione sinergica (l'una
potenzia l'altra), dando vita ad un rapporto moltiplicativo. Nel
caso della cocaina, ad esempio, il legame con l'alcol crea un
effetto biochimico nel corpo, chiamato cocactilene, che risulta
molto tossico e prolunga l'effetto delle due sostanze." Lo stesso
effetto si verifica con l'associazione di alcol e anfetamine o
cannabis. "Nel caso dell'eroina - prosegue Serpelloni -
l'associazione all'alcol amplifica l'effetto sedativo, aumentando
il rischio di overdose." L'esperto, poi, sottolinea il cambio
nella modalita' di assunzione da parte dei consumatori piu'
assidui: " Fino a 7 - 8 anni fa, bere alcol faceva parte del
quotidiano. Oggi, invece, le grosse quantita' si assumono nel
fine settimana, facilitando le alterazioni neuropsicologiche." Le
fasce a rischio in base all'eta', poi, rappresentano l'ulteriore
differenza nelle reazioni. "Da 0 a 20 anni nel corpo non e'
presente un enzima epatico che sta nel fegato e che serve a
metabolizzare l'alcol - spiega Serpelloni - la stessa mancanza
esiste dopo i 65 anni. Queste fasce non dovrebbero assumere
alcol, perche' non e' una sostanza che il nostro corpo riconosce,
in quanto esogena e tossica, che va eliminata e metabolizzata."
Tra i 20 e i 65 anni, invece, l'enzima in questione e' presente
nel corpo umano, ma questo, sottolinea ancora l'esperto "non
giustifica eccessi di alcol." Anche la differenza di sesso cambia
la capacita' di metabolizzare l'alcol: "le donne sono piu'
sensibili e metabolizzano piu' lentamente", conclude l'esperto.
(Wel/ Dire)