AUMENTATI I RICOVERI PER INTOSSICAZIONE PER GLI UNDER 14.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 apr. - Lancia una precisa
denuncia nei confronti di "una cultura che ha consentito la
creazione di una generazione chimica che ha imparato a costruire
divertimento, sentimenti, sensazioni attraverso l'uso di alcol e
di sostanze", il professor Emanuele Scafato, direttore
dell'Osservatorio nazionale alcol - Cnesps dell'Istituto
superiore di sanita'. "I giovani, gli anziani, la famiglia: i
target sensibili della prevenzione alcol-correlata" e' il tema
della relazione di Scafato in occasione dell' Alcohol prevention
day.
In Italia, modalita' dannose di consumo di alcol
caratterizzano oggi le abitudini di circa 9 milioni di persone di
tutte le eta' e di entrambi i sessi. Ma quello su cui punta
l'attenzione l'Iss e' il rapporto dei giovani italiani con
l'alcol. Rapporto caratterizzato, negli ultimi 15 anni, da una
forte e progressiva ispirazione a modelli nord-europei di "binge
drinking" (bere in un'unica occasione piu' di 6 bevande
alcoliche) arricchiti di recente dal modello - in rapida
espansione - spagnolo di "sballo" alcolico: il butellon, la
damigiana di vino sfuso, spesso di qualita' discutibile, di basso
costo e sicuramente conveniente (maggiori quantita' da
condividere in gruppo), miscelato con superalcolici e consumato
in maniera collettiva nelle piazze secondo una consuetudine che
e' stata vietata per legge nei luoghi della movida catalana,
patria appunto del butellon. Tendenze rappresentate anche dai
dati Istat diffusi la settimana scorsa.
Esperienze sempre piu' frequenti sono quelle di "collette"
alcoliche per riempire carrelli di alcol al supermercato il
sabato pomeriggio, ovviamente con l'abilitazione all'acquisto da
parte di adulti consenzienti, per festeggiare il compleanno
dell'amico di turno, rigorosamente al di fuori dei locali
pubblici e sempre piu' frequentemente in locali appositamente
affittati o case di amici per poter sfuggire al controllo
sociale. "Di gente ubriaca ce n'e' e purtroppo - dice Scafato -
sono proprio i ragazzi a farne, piu' di altri, le spese almeno a
giudicare dal fatto che e' aumentata in un anno dal 13,8% al
17,7% (+28%) la frequenza dei ricoveri per intossicazione
alcolica relativi a ragazzi e ragazze al di sotto dei 14 anni di
eta'".
Spiega ancora l'Iss: "Che ubriacarsi non sia un caso, che il
bere a rischio non sia per alcuni solo una bravata (come molti
vorrebbero far credere) lo dimostra l'1,3% di servizi che
riguarda persone con meno di 19 anni: migliaia di giovani con una
carriera alcolica tragicamente mai intercettata da nessuno, a cui
l'alcol, ma anche la famiglia distratta, hanno sottratto
alternative e opportunita'".
E "per i professori delle scuole al mattino del lunedi' e'
divenuto impossibile programmare un compito in classe, perche'
ragazzi e ragazze sono ancora impegnati a smaltire la sbornia
della sera precedente". Insomma, un quadro inquietante in cui
l'alcol e' vissuto come 'sostanza', lungi da quel valore
"alimentare" che conoscevano le generazioni precedenti, che
comportava moderazione e consumo ai pasti.
(Wel/ Dire)