SANITÀ. GOVERNO CLINICO, CAMBIA LA SELEZIONE DEI PRIMARI
SÌ IN COMMISSIONE AL TESTO, IN AULA ALLA CAMERA A METÀ MAGGIO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 apr. - Cambia la selezione
dei primari, in futuro ci sara' maggiore trasparenza: sara' una
commissione estratta a sorte a selezionare i migliori candidati.
Il direttore generale di una struttura sanitaria affidera',
infatti, a tre commissari (presiede il direttore sanitario, con
lui ci saranno due dirigenti di struttura complessa sorteggiati)
il compito di selezionare un terna di nomi per il posto messo in
palio. Poi sara' il dg a fare la scelta finale che andra'
comunque motivata, mentre tutta la procedura (candidati,
graduatoria, giudizi) dovra' essere resa nota sul sito internet
della struttura che offre la qualifica. È quanto prevede il
disegno di legge sul governo clinico che ieri ha ricevuto il via
libera della commissione Affari sociali alla Camera. Il
provvedimento sta molto a cuore al ministro Ferruccio Fazio, che
ne ha seguito i passaggi tecnici insieme ai commissari.
"La legge migliora l'efficienza del sistema- spiega il
relatore in commissione Domenico Di Virgilio- premiando la
meritocrazia. I cittadini sapranno che i primari saranno scelti
per le loro qualita' e non dalla politica e cosi' i direttori
generali". Questi ultimi, per poter avere il posto, dovranno
avere specifici requisiti come una laurea e una esperienza
quinquennale in campo sanitario. La norma omogenizza anche l'eta'
pensionabile dei medici universitari e del Servizio sanitario
nazionale portandola a 70 anni per tutti, indipendentemente dai
contributi. "Una novita' positiva che non penalizza i giovani",
assicura il relatore.
Non la pensa cosi' la Cgil. "Se un dirigente puo' restare al suo
posto fino a 70 anni lo fara'- sostiene segretario nazionale
della Cgil Medici Massimo Cozza- ai giovani sara' preclusa la
possibilita' di fare carriera per un lungo periodo".
La norma disciplina, poi, la possibilita' per i medici del
Servizio sanitario di svolgere attivita' libero professionale:
dovranno accordarsi con le loro aziende sanitarie sulle tariffe
da chiedere ai pazienti e sulla quantita' di lavoro che potranno
fare in proprio che, comunque, non dovra' essere superiore alle
ore effettuate nel sistema pubblico. "Questo per evitare che
siano i cittadini a pagare di tasca propria l'attivita' libero
professionale dei medici", commenta il relatore. Il testo
arrivera' in aula alla Camera a meta' maggio. "Speriamo che il
Senato lo approvi poi prima dell'estate in modo che a settembre
lo esaminino le Regioni. Sappiamo- chiude Di Virgilio- che queste
ultime potrebbero sollevare delle criticita' ma abbiamno cercato
di modificare il testo in base alle loro richieste".
(Wel/ Dire)
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