RAPPORTO DELL'ISS: "RIPENSARE I LIVELLI DI ALCOLEMIA ALLA GUIDA".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 30 apr. - In media, 4 milioni
di italiani di tutte le eta' si ubriacano nel corso dell'anno. Ma
non tutti uguali sono i comportamenti di fronte alle bevande
alcoliche, in particolare si manifestano differenze tra
generazioni. Tra i giovanissimi la tendenza e' quella della
poliassunzione, e la nuova tendenza e' di miscelare energy drink
con superalcolici come la vodka o il gin. Il tutto per
"facilitare un tono - spiega Emanuele Scafato direttore
dell'Osservatorio nazionale alcol dell'Istituto superiore di
sanita' -, una effimera vigilanza indispensabile per affrontare
contesti in cui luci, ritmi, suoni dominano, limitandola, la
possibilita' di relazioni interpersonali e spingono, senza
alternative, a partecipare alle ritualita' correnti di
aggregazione giovanile. Un rimedio anestetizzante, dissociante
rispetto all'esigenza di una socializzazione che i giovani sono
sospinti ad assimilare come l'unica forma possibile di
divertimento dal distratto e colpevole mondo degli adulti".
Nel 2008 - come riferisce l'Iss - si e' registrata una prevalenza
di "binge drinkers" (bere piu' di 6 bevande alcoliche insieme)
nel 22.1% tra i maschi 18-24enni e del 6.5% tra le coetanee. La
distribuzione territoriale rivela nei maschi, indipendentemente
dall'eta', il valore piu' elevato nell'Italia Nord-Orientale
(15,5%) seguita dall'Italia Meridionale (12,3%) e
Nord-Occidentale (12,5%). Tra le ragazzine 16-17enni si
registrano valori piu' elevati rispetto alla media femminile
nazionale (quasi il 4% rispetto alla media del 2.8%) con un picco
per le 18-24enni (6.5%).
Gli over 65 consumano oltre 4 milioni di bicchieri (i maschi) e 1
milione (le donne) in eccesso ogni giorno. Dati che fanno capire
perche' tra gli anziani si registra la piu' elevata frequenza di
patologie alcol-correlate (cirrosi epatica, tumori, malattie
cardiovascolari, incidentalita' stradale e domestica) e
conseguente ricorso ai ricoveri.
Anche se con forti differenze nelle modalita' di consumo,
adolescenti e over 65 sono accomunati dalla capacita' di
metabolismo delle sostanze alcoliche: "La fisiologia degli
anziani, in termini di metabolismo dell'alcol e' del tutto
sovrapponibile a quella degli adolescenti e ridotta ad una
capacita' soggettiva di metabolizzazione di un solo bicchiere di
bevanda alcolica al giorno (12 grammi circa), con picchi
alcolemici post-assunzione che accomunano le capacita' di
smaltimento nella giovane e nella terza eta'".
Un fatto che Scafato mette subito in relazione con gli incidenti
d'auto legati all'abuso di alcol: "Non avrebbe senso diminuire a
zero l'alcolemia alla guida per i giovani sino ai 21 anni senza
diminuire parallelamente a zero l'alcolemia per gli ultra65enni.
Tanto piu' che il numero dei decessi a causa di incidenti
stradali e' il medesimo al di sotto dei 24 anni e al di sopra dei
65anni. E propone Scafato: "In considerazione delle differenze di
risposta all'alcol in funzione di genere, peso, liquidi corporei,
stomaco vuoto o pieno, probabilmente andrebbe ripensato, come
richiesto dalla Consulta nazionale alcol e dalla Societa'
italiana di alcologia, il livello di alcolemia alla guida a 0.5
g/lt, dal momento che tale livello espone il guidatore ad un
rischio tre volte superiore di incidente mortale rispetto ad un
livello molto inferiore di rischio, registrabile tra lo zero e
gli 0.2 g/lt.
"Si potrebbero risparmiare gran parte delle tante vite umane
perse ogni anno o delle nuove disabilita' causate da conducenti
in stato di ebbrezza, che producono costi per miliardi di euro
pagati dalla collettivita', anche solo ed esclusivamente
attraverso un incremento sostanziale del numero di controlli
etilometrici (8 milioni circa in Francia ogni anno, poco piu' di
1 milione e trecentomila in Italia) e una applicazione rigorosa
di sanzioni amministrative e penali, veramente deterrenti, come
avviene da anni in altre nazioni europee con risultati evidenti.
(Wel/ Dire)