"PAZIENTI CON BASSA PATOLOGIA MEDICA MA ALTA PATOLOGIA SOCIALE".
(DIRE - Notiziario Sanita') Napoli, 27 apr. - "Tutti gli ospedali
grandi e piccoli, al nord come al sud, sono pieni di bambini a
rischio sociale. Sono pazienti in realta' con basso livello di
patologia medica ma con un'alta patologia sociale, che si
ricoverano per qualsiasi banale problema, bypassando il pediatra
di famiglia. Questi bambini appartengono a famiglie disagiate,
dove spesso i genitori hanno un basso grado di istruzione e pochi
mezzi economici. Nel Sud, dove il disagio e' maggiore, il
problema e' piu' marcato". Paolo Siani, direttore dell'Unita'
pediatrica dell'Ospedale "A. Cardarelli" di Napoli e presidente
dell'Associazione culturale pediatri, introduce cosi' la
necessita' di monitorare un fenomeno che negli ultimi anni sta
aumentando progressivamente e che negli ospedali campani sta
diventando la cartina di tornasole di un disagio sociale sempre
piu' diffuso. "Nell'accesso al ricovero in eta' pediatrica -
spiega il dottor Siani - gioca un ruolo rilevante la condizione
sociale della famiglia, e diventa chiaro come il maggior ricorso
ai servizi ospedalieri piuttosto che ai servizi di primo livello,
come il pediatra di famiglia, dipenda da una parte dalla paura
della famiglia di affrontare, anche economicamente, la malattia
dei figli e dall'altra dalla mancanza di informazione sul ruolo
fondamentale del pediatra di famiglia.
Insomma, e' molto piu' facile portare i bambini al pronto
soccorso e chiedere il ricovero, delegando tutto all'ospedale".
"Il risultato, pero' - continua Siani - e' che si affollano i
reparti di pazienti con patologie che non hanno bisogno del
ricovero, togliendo posti letto ai casi piu' gravi e impegnando i
pediatri ospedalieri su casi sanitari, a volte banali, che
possono essere affrontati tranquillamente a casa. Tuttavia, non
va sottovalutata la 'richiesta di aiuto' che indirettamente
arriva da queste famiglie. Ed e' anche questo lo scopo del
monitoraggio costante che l'ospedale e l'associazione svolgono da
qualche anno". Insomma, il ricovero improprio e' il segnale di un
problema diffuso che, secondo Paolo Siani, va affrontato "a
valle", sostenendo le famiglie piu' in difficolta' fin dalla
nascita dei figli.
Da circa un anno, il progetto "Adozione sociale", promosso dalla
Regione Campania, in collaborazione con il Consorzio Gesco e la
Asl Napoli1, e che vede tra i promotori anche l'Associazione
culturale pediatri, cerca di fare proprio questo. "L'adozione
sociale - spiega Siani - e' essenzialmente una politica di
sostegno integrato all'infanzia e alla genitorialita' attraverso
progetti personalizzati della famiglia, che in molti casi
accompagnano i genitori gia' prima della nascita del loro
bambino. Ma, al di la' di iniziative di questo tipo che comunque
rappresentano una rete importante di contenimento sociale, c'e'
bisogno di maggiore sinergia e comunicazione tra le strutture
ospedaliere, i pediatri e i medici di famiglia. Se e' vero che si
puo' proporre il riconoscimento del 'ricovero sociale' come
ragione di appropriatezza, e' anche vero che questa non puo'
essere l'unica soluzione, peraltro con il rischio di trasformare
gli ospedali in 'imbuti' del disagio".
"Lasciare al loro destino i bambini che nascono da famiglie in
difficolta' - conclude Paolo Siani - significa di fatto, al di
la' dei diritti, condannare una parte consistente della
popolazione ad un destino di marginalita' e determinare per la
societa' un carico di poverta' e a volte di devianza che a
livello territoriale puo' minare alla base qualsiasi possibilita'
di sviluppo. È necessario tornare a occuparci seriamente e in
maniera complessiva e integrata dei nostri bambini".
(Wel/ Dire)