(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 apr. - In Italia, ogni anno, oltre 30.000 persone perdono la vita ancora a causa dell'infarto. Tremila i decessi solo nel Lazio (fonte Anmco). Sebbene gli strumenti per combattere e vincere l'infarto siano oggi a nostra disposizione, e' ancora difficile applicarli in modo estensivo a causa di problemi organizzativi. Un programma capillare di pronto ricovero e trattamento dell'infarto potrebbe salvare almeno il 20% di quei 30.000 pazienti. Nel Lazio si potrebbero salvare ogni anno 600 vite umane.
Da domani a venerdi', presso il Conference Center di via Portuense 741, a Roma, Intercardio 2010 sara' l'occasione per affrontare i temi legati alla cura delle malattie cardiovascolari a partire dalla "Medicina basata sull'evidenza scientifica" e dalle tecnologie piu' avanzate oggi a disposizione. Si discutera' anche dei problemi economici, politici ed organizzativi che rendono ancora difficile garantire un intervento tempestivo in caso di infarto.
"Appuntamento annuale della Cardiologia italiana- si legge in una nota- organizzato dall'UO di Cardiologia Interventistica dell'ospedale San Camillo di Roma e da Intercardio Onlus, Intercardio 2010 vedra' seduti allo stesso tavolo cardiologi, cardiochirurghi, chirurghi vascolari, infermieri e tecnici di cardiologia e fisiopatologia cardiovascolare che arriveranno da tutta Italia e da tutta Europa, che si confronteranno sulle patologie cardiovascolari piu' attuali, dalle cardiopatie cosiddette 'strutturali', cioe' congenite ed acquisite, alla diffusissima cardiopatia 'coronarica'".
"Se nel campo delle cardiopatie strutturali e del loro trattamento- continua- la medicina ha fatto oggi passi da gigante attraverso procedure applicate mediante cateteri nella Sala di Cardiologia Interventistica, la lotta alla cardiopatia coronarica, prima causa di morte nel mondo occidentale attraverso la sua manifestazione piu' grave, l'infarto miocardico acuto, resta la grande sfida. Gli strumenti per combattere e vincere l'infarto non mancano di certo, ma la 'Rete' per fronteggiare l'insorgere di crisi risente ancora di criticita' organizzative".
"Organizzare una Rete in grado di funzionare- si legge ancora nella nota- significa dividere il territorio in aree che fanno capo ad un laboratorio di emodinamica di eccellenza (Hub) attivo 24 ore su 24 attorno al quale ruotano centri periferici (Spoke) cui competono i casi meno gravi o i compiti di selezione e accesso dei pazienti. Per raggiungere tali centri, le ambulanze del 118, devono essere adeguatamente dislocate e allestite con personale specializzato ed apparecchiature per la trasmissione dell'elettrocardiogramma gia' dall'ambulanza. I medici a bordo devono essere in grado, una volta preso in carico il paziente, di indirizzarlo verso la situazione piu' adatta alle sue condizioni".
La maggior parte delle regioni, Lazio compreso, si e' gia' dotata di Reti per il trattamento dell'infarto, ma non sempre hanno centrato l'obiettivo. Risultati apprezzabili sono evidenziati in Emilia Romagna e, a seguire, in Lombardia. Meno nella nostra Regione dove, dopo dieci anni di lavoro in collaborazione con l'Asp, la Rete e' partita nel 2008 senza portare ancora benefici decisivi.
"Diverse le cause di insuccesso- continua il comunicato- La maggior parte dei pazienti non si rivolge ancora al 118 e, nel 50% dei casi arriva in ospedale autonomamente rischiando di arrivare in ritardo o di rivolgersi a strutture inadeguate. Non tutte le ambulanze, inoltre, sono ancora tecnologicamente attrezzate per la trasmissione dell'elettrocardiogramma al centro emodinamico di riferimento gia' durante il trasporto. Non mancano, infine, gli sprechi. Il sistema romano conta ventidue strutture emodinamiche, altre quattro sono dislocate negli altri capoluoghi di provincia del Lazio. I centri costano molto e lavorano al di sotto degli standard previsti dalle societa' scientifiche, sprecando, da un lato, ingenti risorse senza fornire, dall'altro, risultati adeguati e scrining affidabili sull'incidenza della malattia".
Lo sforzo organizzativo necessario e' grande ed in molti casi e' condizionato dalla componente politica ed economica. "Per questo motivo- conclude la nota- le risorse devono essere gestite secondo priorita' precise, poiche' sono soprattutto i tagli di bilancio indiscriminati a danneggiare la salute del cittadino. Si tratta di scelte fondamentali cui e' chiamata, in primo luogo, la nuova presidenza della Regione Lazio. La presidente Renata Polverini avra' la determinazione e la lungimiranza di non schiacciare sul debito i provvedimenti riguardanti la Sanita', ma di prendere un impegno di piu' ampio respiro in questa direzione?".
(Wel/ Dire)