(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 20 apr. - Fino a dieci anni fa, il massimo obiettivo dopo una diagnosi di tumore del seno era sopravvivere. Oggi oltre 400 mila guardano oltre: pensano spesso ad un nuovo rapporto sentimentale (il 25% lascia il compagno) e a diventare mamma: 500 hanno avuto figli dopo una gravidanza naturale. Sono alcuni dei dati forniti dall'Associazione Italiana di Oncologia Medica, in occasione della presentazione, al Senato, del libro di testimonianze dal titolo 'Ho vinto io' a cura di Mauro Boldrini, Sabrina Smerrieri, Francesca Goffi (Giunti editore).
Il 40% delle donne guarite ricomincia a lavorare a due mesi dalla diagnosi (il 74% a due anni), ben il 35% si sente discriminato. "Da questo volume- afferma il sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati- arriva al legislatore un monito: quello di non lasciar sole le donne che hanno combattuto la sfida con il male nel momento del ritorno ad una ritrovata normalita'. Tra gli impegni del governo- continua- c'e' quello di garantire un pieno reinserimento nel mondo del lavoro. E anche sul delicato tema delle adozioni va rafforzata la vigilanza per evitare che norme ispirate alla tutela dei minori possano essere applicate in modo penalizzante nei confronti di chi ha vissuto questa dolorosa esperienza". Il ministro Ferruccio Fazio affronta il tema della "cronicita', che un tempo non si poneva e ha aspetti psicologici e sociali di grande rilievo". Occorre quindi che le donne siano affiancate da "operatori ben formati" e indica in "percorsi donna" una sfida per rispondere meglio alle esigenze delle pazienti.
Per Francesco Boccardo, presidente della Fondazione Aiom, e' "necessario che l'intero sistema assistenziale e sociale venga ripensato per offrire a queste centinaia di migliaia di persone i migliori strumenti per un piu' rapido e completo ritorno alla vita di tutti i giorni. Se oggi 8 donne su 10- osserva ancora- riescono a sconfiggere questa neoplasia e' grazie soprattutto ai progressi della ricerca, alla diffusione dei programmi di screening e a farmaci sempre piu' efficaci".
I tumori sono la malattia sociale di maggior rilievo, come testimoniano i dati dell'Inps per il decennio 1998-2007, secondo cui costituiscono il 32,4% delle cause di invalidita' e inabilita' riconosciute e, dal 2005, si collocano al primo posto delle prestazioni concesse dall'Istituto di previdenza. L'Aiom segnala che nei Paesi industrializzati il tumore alla mammella ha ormai raggiunto livelli di incidenza tali da rappresentare la prima causa di morte femminile fra i 35 e i 44 anni. In Italia, negli ultimi 5 anni, nelle donne al di sotto dei 49 anni e' diminuita di ben l'11,2%.
Riguardo la maternita', fino al decennio scorso veniva sconsigliata poiche' il carcinoma della mammella puo' risentire dei livelli di estrogeni, inoltre alcuni farmaci utilizzati nella chemioterapia possono indurre una menopausa precoce. Oggi invece dagli studi clinici appare evidente come non esistano controindicazioni alla maternita' dopo il cancro del seno. Si tratta di numeri importanti perche' circa il 15-20% delle donne che si ammala e' in eta' fertile e il 40% di loro non e' ancora diventata mamma.
(Wel/ Dire)