A TORINO CONVEGNO SULLA "MEDICINA DEI VIAGGI E DELLE MIGRAZIONI"
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 16 apr. - "Medicina dei viaggi
e delle migrazioni" questo il tema del convegno in svolgimento
ieri e oggi presso il Centro Congressi Torino Incontra.
Migrazioni, mobilita' professionali e turismo hanno assunto una
portata tale da provocare importanti ricadute anche sul settore
della medicina dei viaggi. Approfondire queste tematiche, non
solo dal punto di vista infettivologico, e' l'obiettivo
dell'incontro, giunto alla sua quarta edizione e organizzato
dalla Divisione di Malattie infettive I con il Servizio di
Medicina dei viaggi dell'Ospedale Amedeo di Savoia.
La prima giornata del convegno si e' focalizzata sul tema della
"Prevenzione e cure nel viaggiatore immigrato", affrontando
aspetti legati all'accesso alle cure, all'assistenza e ai
problemi di salute piu' diffusi nella popolazione immigrata.
"Naturalmente i problemi sanitari degli immigrati sono per lo
piu' quelli di tutti i cittadini - spiega il Guido Calleri,
responsabile del Servizio di Medicina dei Viaggi dell'Amedeo di
Savoia e responsabile scientifico del convegno con Pietro
Caramello, direttore della Divisione di Malattie Infettive I -.
Il problema della salute degli immigrati e' piu' legato
all'accesso alle cure, alla percezione dei rischi, alla
situazione sociale, lavorativa e abitativa in cui vivono, allo
stress dovuto all'esclusione sociale e a un'alimentazione
insufficiente o non equilibrata. Condizioni che finiscono per
influenzare l'incidenza di alcune patologie di pertinenza
infettivologica. Il problema salute negli immigrati oggi e' ben
riconosciuto, tanto che nella sanita' pubblica sono nati punti di
assistenza dedicati, come l'ambulatorio Migrazione e Salute
dell'Amedeo di Savoia". La seconda giornata del convegno dedica
invece ampio spazio ai rischi ambientali e a quelli associati ai
viaggi: dalle punture d'insetto alla prevenzione nell'immigrato e
nel viaggiatore, ai costi di una corretta politica preventiva.
Il convegno e' stato anche l'occasione per presentare i dati
raccolti dalla rete di sorveglianza attuata presso i Centri di
medicina dei viaggi e i reparti di malattie infettive regionali.
Se si analizza ad esempio la malaria: e' sempre piu' rara nei
viaggiatori italiani, ma aumenta il numero di stranieri colpiti,
per lo piu' immigrati di prima o seconda generazione che tornano
al paese d'origine per visitare parenti e amici. La difficolta'
di accesso alla prevenzione e una scarsa percezione del rischio
sono i motivi per cui oltre il 60% dei casi di malaria sia tra
immigrati.
Per quanto riguarda la tratta di esseri umani e l'Hiv, secondo
alcuni rapporti (dati Consiglio d'Europa) il fenomeno vede
coinvolti dai 24,5 ai 27 milioni di persone in tutto il mondo, di
cui il 43% per sfruttamento sessuale e il 32% per sfruttamento
economico. In Italia si stimano 1000/2000 vittime di tratta su un
fenomeno di prostituzione migrante che supera le 10.000 unita'.
Il convegno si sofferma sugli aspetti sanitari infettivologici
del fenomeno come l'infezione da Hiv (alcuni studi europei
indicano elevati tassi di prevalenza dal 7 al 18%) e il
contributo alla diffusione dei patogeni e degli eventuali
fenomeni di antibiotico-resistenza.
Infine, riguardo alla prevenzione e ai rischi emergenti,
l'approccio e' sempre piu' legato al bilancio rischio-beneficio:
insensato sottoporre una persona a un vaccino se i danni
collaterali possono essere maggiori delle probabilita' di
contrarre la malattia. È il caso ad esempio delle febbre gialla,
che in Kenya non e' piu' segnalata dal 1997, ma un milione e
mezzo di turisti che visita il Kenya ogni anno si sottopone al
vaccino consigliato dall'Oms. Lo stesso vale per la malaria.
Viceversa l'Italia e' stata considerata indenne dalla rabbia dal
1997, ma nell'ultimo anno in Friuli-Venezia Giulia si e'
verificato un centinaio di casi. Poiche' la malattia e' fatale
nel 100% dei casi, dopo un morso di animale sconosciuto o non
vaccinato e' indispensabile sottoporsi al vaccino
post-esposizione. Tuttavia il vaccino spesso non e' subito
disponibile, per cui e' meglio vaccinarsi preventivamente; la
pratica e' in aumento e consigliata a tutti coloro che
soggiornano in aree a rischio per oltre un mese, soprattutto ai
bambini.
(Wel/ Dire)