DISPOSITIVI MEDICI, IL MINISTRO: SERVE UNA REVISIONE DEL SETTORE
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 13 apr. - "Il 5-10% del Fondo
sanitario nazionale (pari a 108 miliardi) va sprecato". Fa il
punto sugli sprechi il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, in
occasione di un convegno organizzato a Roma sul tema nella sede
della Confindustria. Il calcolo si basa sul fatto che, ha
spiegato il ministro, "il deficit delle Regioni oggetto di piano
di rientro e' del 5%", mentre un altro 5% "si puo' ipotizzare che
possa essere migliorabile nelle Regioni virtuose". Per ridurre
gli sprechi, ha dato la sua ricetta il ministro, bisogna lavorare
sulla "centralizzazione dei beni e dei servizi, l'appropriatezza
spesa ospedaliera, l'appropriatezza della spesa della disgnostica
ambulatoriale e l'ottimizzazione dell'utilizzo del personale".
Strumento per ottenere questo risultato saranno i nuovi criteri
per la verifica dei risultati nel settore gia' distribuiti alle
Regioni.
Quello degli sprechi, ha sottolineato Fazio, "e' uno dei
problemi che questo governo ha affrontato fin dall'inizio tanto
che oggi abbiamo una serie di indicatori di appropriatezza e
efficienza del sistema che abbiamo gia' fornito alle regioni e
che consentono di fare analisi concrete su questo aspetto. Ora-
ha proseguito- bisogna continuare a lavorare per evitare gli
sprechi. Quello che molte regioni del Nord hanno fatto negli anni
Settanta stiamo cercando di farlo anche con le Regioni oggetto di
piani di rientro". Il lavoro piu' duro, secondo il ministro,
andra' fatto in tre regioni: Calabria, Lazio e Campania.
"Riorganizzando, rimodulando e ristrutturando i percorsi sanitari
delle Regioni nel breve periodo possiamo riportare ad una
situazione di sostenibilita' quelle in deficit", ha detto. Ma per
il lungo periodo, per evitare che il costo sanitario torni a
crescere, "la sostenibilita' della sanita', in tutto il mondo,
dipendera' dalla gestione territoriale". In qualche decina di
anni, infatti, avremo "il 35-40% di ultra 65enni- ha spiegato il
ministro- con una o piu' malattie croniche che non si potranno
curare in ospedale. I governi che non si doteranno di strutture
territoriali imploderanno". L'Italia? "Noi siamo messi bene".
Fazio si sofferma in particolare sulla "revisione del grande
settore dei dispositivi medici, alla luce anche degli ultimi
progressi tecnologici e del loro grande sviluppo". "Sotto questo
termine- ha ricordato il ministro- ci sono dispositivi anche
molto diversi tra loro che sono divisibili in tre grandi gruppi,
ognuno con le sue problematiche".
Da una parte ci sono i "dispositivi che possono essere usati
in congiunzione con i farmaci da gestire in un tavolo comune con
l'Aifa". Tavolo che potrebbe aprirsi quando sara' aperto quello
sul Patto per la Salute. Poi ci sono le "grandi apparecchiature
diagnostiche e terapeutiche". E qui, ha spiegato Fazio, si apre
il grande tema della prassi che si e' consolidata degli sconti
all'acquisto. Prassi, ha detto il ministro, "che puo' portare a
mancanze di trasparenza. Per questo, se non si arrivera' ad un
prezzo di riferimento, bisognera' comunque che ci siano controlli
sui ricarichi". Anche per questo "e' stata insediata una
commissione ad hoc".
Infine ci sono i dispositivi medico-chirurgici e la
diagnostica in vitro: "In molte Regioni- ha sottolineato il
ministro- manca un centro unico per gli acquisti, spesso se ne
occupano le singole Asl. Questo crea problemi di trasparenza.
L'obiettivo e' dare ai malati un servizio migliore ma a costo
minore. Se cio' avverra' ci saranno anche possibilita' di
sviluppo per l'industria di settore".
(Wel/ Dire)