(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 2 apr. - Dopo due anni di
crescita al rallentatore, il mercato farmaceutico statunitense
nel 2009 ha fatto un balzo in avanti del 5,1% raggiungendo i
300,3 miliardi di dollari. Lo afferma l'annuale report di IMS
Health, l'azienda specializzata in analisi di mercato nel settore
della salute.
A far da traino alla crescita, secondo il rapporto che
riguarda soltanto i prodotti acquistabili dietro prescrizione
medica, sarebbe stato un mix di politiche adottate dalle aziende
in risposta alla crisi e una variazione nel paniere dei farmaci
piu' acquistati. In particolare alcune aziende hanno supportato
l'acquisto di medicinali da parte di pazienti attraverso pratiche
di riduzione dei prezzi (per esempio coupon di sconto), allo
stesso tempo si e' fatto un piu' ampio uso di specialita'
farmaceutiche piu' costose e la scadenza di alcuni brevetti ha
avuto un impatto minore del previsto sulla riduzione dei prezzi
non riuscendo a orientare i consumatori verso prodotti piu'
economici.
Tuttavia, l'aumento di spesa e' meno ampio di quanto appaia a
prima vista. È infatti vero che "nel 2009 la domanda di prodotti
farmaceutici si e' dimostrata piu' forte dei due anni precedenti
- ha commentato Murray Aitken, senior vice president di IMS - ma
c'e' da dire che in quegli anni la domanda era stata a livelli
storicamente bassi".
A ben guardare, dunque, "sebbene i 32 nuovi prodotti
innovativi lanciati nello scorso anno abbiano rappresentato nuove
opzioni terapeutiche per i pazienti affetti da numerose
patologie, quali cancro, trombosi e fibrillazione atriale, essi
hanno comportato soltanto un lieve incremento nella spesa", ha
aggiunto Aitken. Allo stesso tempo, "l'accesso per la prima volta
a farmaci generici nelle aree dell'epilessia, dell'emicrania e
delle patologie del sistema immunitario ha avuto un impatto
minore rispetto ai generici lanciati negli anni precedenti".
Quanto al dettaglio della spesa, gli antipsicotici, con 14,6
miliardi di dollari si confermano la classe di farmaci per cui si
spende di piu' seguiti dagli inibitori di pompa protonica (con
13,6 miliardi). Al terzo posto gli ipolipemizzanti, che pero'
sono primi per numero di prescrizioni). A seguire, gli
antidepressivi (9,9 miliardi) e gli anticorpi monoclonali.
(Wel/ Dire)