(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 set. - Gli esperti mondiali
riuniti a Parigi in occasione del convegno "Psychoacoustics,
electrophysiology and functional imaging of the auditory system",
organizzato dal Centro Ricerche e Studi Amplifon, hanno fatto il
punto sulle cure di ultima generazione per la sordita', o
ipoacusia (perdita non completa dell'udito). Attualmente si puo'
contare su impianti cocleari innovativi e apparecchi acustici di
ultima generazione, capaci di separare la voce e far sentire i
suoni anche in ambienti rumorosi (chi soffre di ipoacusia spesso
ha problemi ad udire soprattutto quando ci sono rumori di
sottofondo).
"Oggi si sta dando molta importanza all'ascolto binaurale
(come avviene nel soggetto normale) e quindi si raccomanda,
quando possibile, la stimolazione di entrambe le orecchie. Anche
nei casi di sordita' grave, si puo' procedere per esempio a
impianto cocleare in un orecchio e a protesizzazione nell'altro.
In casi particolari e' possibile abbinare nello stesso orecchio
l'uso dell'impianto cocleare e della protesi acustica", ha
spiegato il professor Alessandro Martini, professore ordinario di
audiologia della facolta' di medicina e chirurgia
dell'Universita' di Ferrara.
A Parigi non si e' parlato solo di cure, ma anche di diagnosi.
Innanzitutto, di imaging funzionale, ossia di risonanza magnetica
funzionale e di PET (Positron Emission Tomography).
"La PET ci ha permesso di scoprire meccanismi prima
sconosciuti, come la plasticita' delle vie uditive centrali in
caso di balbuzie o l'attivazione delle aree centrali del sistema
uditivo nei bambini ipoacusici, trattati precocemente con gli
impianti cocleari. E' anche grazie a queste ricerche, dunque, se
oggi siamo a conoscenza dell'importanza di una stimolazione
acustica precoce (protesi o impianto cocleare) quando un bambino
e' ipoacusico- ha aggiunto Martini- Nel prossimo futuro
l'importanza strategica di questi esami potrebbe aumentare
ulteriormente".
Il professor Olivier Sterkers, co-chairman del convegno e
direttore del dipartimento di torinolaringologia Hôpital Beaujon
(AP-HP) e professore della facolta' Xavier Bichat, Universita' di
Parigi, ha specificato: "Quelle appena accennate sono scoperte
recenti e ancora incomplete: e' probabile che nei prossimi anni
l'imaging funzionale portera' alla luce ulteriori meccanismi e ci
aiutera' ad approfondire le nostre conoscenze, per esempio sullo
sviluppo del linguaggio e sull'ipoacusia in campo pediatrico".
Un ruolo altrettanto importante e' ricoperto
dell'elettrofisiologia, che studia il funzionamento
dell'organismo dal punto di vista elettrico. "Si tratta di una
parte essenziale del percorso di inquadramento di un paziente
perche' permette di capire meglio la funzionalita' del sistema
uditivo. Una caratteristica che diventa fondamentale soprattutto
per la diagnosi precoce- ha chiarito Bruno Frachet, co-chairman
del convegno e direttore del dipartimento di otorinolaringologia
Hôpital Avicenne(AP-HP) di Bobigny e professore Universite'
Paris-. Oggi, dunque, i progressi ottenuti in campo diagnostico
permettono di arrivare a un inquadramento preciso della
situazione. Tuttavia, secondo gli esperti tutto questo non basta".
"Abbiamo a disposizioni tanti esami diversi: sono tutti
fondamentali, ma non del tutto sufficienti. Il prossimo step e'
riuscire a capire come sente realmente il paziente- ha aggiunto
Sterkers - in questo viene in aiuto la psicoacustica, la branca
della medicina che tenta di dare una definizione e un
inquadramento alle percezioni uditive dei singoli".
(Wel/ Dire)