(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 set. - "Sulla sentenza del
Tar del Lazio relativa al ricorso contro l'atto d'indirizzo del
ministro Sacconi per assicurare a tutti i malati idratazione e
alimentazione, c'e' stato da parte dei mezzi di comunicazione un
clamoroso e totale fraintendimento". Lo dice il sottosegretario
al Welfare, Eugenia Roccella.
"Una vittoria, il respingimento del ricorso, e' stata
trasformata da stampa e televisioni, tranne pochissime eccezioni,
in una sconfitta. Eppure la sentenza parla chiaramente: il
tribunale amministrativo ha dichiarato il ricorso inammissibile
ammettendo di non avere la competenza per esprimersi
sull'argomento", dice Roccella. "In altre parole- spiega- l'atto
d'indirizzo del ministro Sacconi e' valido, e solo chi e'
titolare di diritti soggettivi potra' eventualmente andare di
fronte al giudice ordinario, con esito assolutamente non
scontato. Il fatto che all'interno di una sentenza in cui il
giudice si dichiara non competente a decidere, lo stesso giudice
esprima le proprie opinioni su idratazione e alimentazione non ha
alcun effetto giuridico, ne' su altri tribunali ne' sull'iter
parlamentare del disegno di legge sul testamento biologico".
Il sottosegretario aggiunge: "È insolito che un magistrato
senta l'assoluta necessita' di esprimere opinioni non attinenti
alla materia amministrativa propria di quel tribunale, per di
piu' dopo aver egli stesso affermato di non essere legittimato a
decidere; ma ormai al protagonismo politico di alcuni magistrati
siamo abituati. Prendiamo comunque atto volentieri delle
opinioni personali dell'estensore della sentenza su questa
materia, che naturalmente valgono come quelle di qualunque altro
cittadino. Si dice che le sentenze non si possono discutere.
Personalmente credo- conclude- che in democrazia tutto si possa e
si debba laicamente discutere, ma ritengo che prima di tutto le
sentenze vadano lette per poterle interpretare correttamente".
(Wel/ Dire)