(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 set. - Lo stress colpisce
piu' le donne degli uomini. Nel 2008, in Italia, secondo uno
studio promosso dalla Commissione Salute delle donne del
ministero della Salute, il fenomeno interessa le lavoratrici con
una percentuale doppia rispetto ai colleghi uomini. Il complesso
argomento e' stato affrontato nell'ambito del Convegno nazionale
'Approccio multidisciplinare allo stress occupazionale', sabato
scorso nell'Aula Brasca del Policlinico universitario Agostino
Gemelli di Roma.
Il convegno e' stato promosso dall'Istituto di Psichiatria e
Psicologia dell'Universita' Cattolica di Roma in collaborazione
con l'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del
Lavoro.
Altro dato interessante: su circa 26 mila casi di malattie
professionali denunciati all'Inail ogni anno, oltre il 21%
riguarda le donne, con una media di 6 mila denunce l'anno. Ad
aumentare la percentuale per le donne sono soprattutto i
contratti part-time e le forme di lavoro atipico.
Il National Institute for Occupational Safety and Health,
riferisce il professor Antonio Bergamaschi, stima che "il 40% dei
lavoratori ritiene il proprio lavoro stressante, il 26% di essere
esaurito dallo stress e tre quarti dei lavoratori ritengono che i
livelli di stress siano aumentati oggi rispetto a una generazione
fa".
Secondo dati Ispesl del 2006, il 6% della forza lavorativa e'
stata esposta a minacce di violenza fisica, il 4% a violenze da
parte di terzi e il 5% a bullismo e/o molestie. "Il rischio di
incorrere in minacce di violenza e mobbing- spiega Sergio
Iavicoli, direttore del dipartimento di Medicina del lavoro
ISPESL- e' piu' alto nell'istruzione, nel settore sanitario,
nella pubblica amministrazione e nella difesa, oltre che nei
trasporti, nella comunicazione e nel settore
alberghiero-ristorazione". Per gli insegnanti "il problema
maggiore non e' nel rapporto con gli alunni, ma in quello con le
famiglie e la dirigenza scolastica".
L'altra categoria piu' esposta allo stress patologico e'
quella degli infermieri e piu' in generale di tutti i
professionisti dell'aiuto.
"Per le attivita' di prevenzione secondaria e terziaria-
conclude Pozzi- la figura-cardine del medico competente deve
invece potersi avvalere di un ventaglio di specialisti in varie
discipline mediche, tra i quali risulta senz'altro emergente il
ruolo dello psichiatra".
(Wel/ Dire)