(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 22 ott. - Il tumore del collo
dell'utero rappresenta nel mondo la seconda forma di cancro piu'
diffusa tra le donne. Dopo il tumore al seno, infatti, solo in
Italia e' responsabile di 1.100 decessi ogni anno. È ormai
accertata la relazione tra questo tumore e l'infezione da
Papillomavirus umano (Hpv). Per prevenirlo ,circa 5 milioni di
donne nel nostro Paese si sottopongono ogni anno a test di
screening. Eppure, nonostante la conoscenza approfondita e i
passi avanti nella prevenzione, i controlli organizzati
riguardano effettivamente solo il 39% delle donne italiane in
target, coinvolte in programmi di screening. Un dato allarmante,
se si considera che questo tumore impiega circa 10 o 20 anni per
svilupparsi, ed e' per questo motivo prevenibile al 100%.
Oggi, pero', lo scenario dello screening cambia. La tecnologia
molecolare e i progressi nella rilevazione del Dna virale hanno
reso possibile lo sviluppo del test Hpv, che individua con grande
anticipo le lesioni pre-cancrose e permette di intervenire
precocemente, prima che questo possa causare lesioni cancerose
del collo dell'utero. Come il Pap test, anche il test Hpv si
esegue con un semplice prelievo di cellule dal collo dell'utero.
Il campione viene quindi conservato in un liquido e analizzato
con la tecnologia molecolare HC2 (Hybrid Capture 2), che si basa
sull'amplificazione del segnale per il rilevamento del Dna e
permette di individuare fino a 13 tipi di Hpv responsabili del
93% dei casi di pre-cancerosi. Un'elevata sensibilita' clinica
che raggiunge quasi il 100% in associazione al Pap test.
L'efficacia di prevenzione del test HPV e' stata confermata
dal recente studio italiano condotto dal gruppo Ntcc (New
Technologies for Cervical Cancer Screening Working Group), che ha
coinvolto circa 100.000 donne italiane tra i 25 e i 60 anni. I
dati, pubblicati da prestigiose riviste scientifiche, hanno
evidenziato che il test Hpv aumenta del 50%, rispetto al Pap
test, la sensibilita' nell'individuare lesioni cellulari di alto
grado, che, se persistenti, possono evolvere in tumore. Questi
dati hanno posto le basi per l'introduzione del test Hpv nella
pratica clinica dello screening primario al posto del Pap test,
lasciando a quest'ultimo un importante ruolo di selezione delle
donne da inviare a esami piu' approfonditi, data la sua maggiore
specificita'.
(Wel/ Dire)