(DIRE- Notiziario Sanita') Roma, 13 ott. - La lunga esperienza, applicazione e lavoro nell'ambito del sistema qualita' e accreditamento, frutta al dottor Saverio Ruggeri, direttore del Laboratorio a risposta rapida dell'Ausl di Forli', un riconoscimento prestigioso: giovedi' 15 ottobre, il direttore interverra' infatti alla XXII edizione del Congresso internazionale promosso dall'ordine nazionale dei biologi. L'assise, dedicata a "Alimenti, ambiente, biologia clinica, biotecnologie: realta' attuali della professioni", e' in programma a Cervia dal 15 al 18 ottobre. "A differenza del passato- commenta Ruggeri- e' raro, ormai, che convegni di societa' scientifiche, nazionali e internazionali, non prevedano almeno un intervento sulla gestione delle organizzazioni secondo sistemi di qualita', in particolare nel settore della salute". Il direttore del Laboratorio a risposta rapida dell'Ausl di Forli' terra' quindi una relazione insieme alla dottoressa Daniela Gabellini, responsabile certificazione del Cermet per il settore E38 sanita', affrontando la questione dei "Criteri di qualita' in ambito clinico". L'argomento verra' trattato analizzando i modelli di certificazione e accreditamento in ambito clinico, approfondendo, in maniera piu' specifica, i sistemi qualita' applicati ai laboratori di analisi cliniche. "E' provato che solo il 13% degli errori si verifica nella fase analitica- spiega Ruggeri- applicare un sistema qualita' nel laboratorio di analisi, oggi, significa, dunque, intervenire soprattutto nelle fasi precedenti l'analisi, dove, si registrano l'80% degli sbagli. Se la preparazione del paziente non tiene conto di fattori importanti quali l'essere o meno a digiuno, il tipo di terapia seguita, lo stato fisiopatologico; se non viene seguita una corretta procedura per il prelievo, tale da evitare errori di identificazione o etichettatura delle provette; e se, ancora, il trasporto avviene in contenitori non idonei o a temperature non controllate, ecco che allora i risultati delle analisi possono essere effettivamente messi a rischio". Di qui, l'impegno di chi lavora in laboratorio per un'attenta "opera di informazione e formazione a reparti, servizi e centri prelievo sulla corretta gestione di questa delicatissima fase delle analisi di laboratorio su campioni biologici". In questo contesto, lavorare in qualita' implica un costante lavoro di "registrazione delle non-conformita' lungo tutto il processo che va dal prelievo al referto, in modo tale da attuare le azioni correttive o preventive necessarie in caso di possibili eventi avversi". "Lavorare in qualita'- prosegue - significa, poi, avere un metodo efficace nella prevenzione del rischio clinico: l'Ausl di Forli', a questo riguardo, ha deliberato un apposito piano, istituendo referenti per il risk-management, sia a livello dipartimentale sia in tutti i reparti e servizi dell'Azienda". (Wel/ Dire)