(DIRE - Notiziario Sanita') Bologna, 8 ott. - Si sono difesi i tre arrestati nell'inchiesta Ricettopoli che ieri mattina sono stati ascoltati dal gip Mirco Margiocco per gli interrogatori di garanzia. Lo spiegano i loro legali all'uscita dal palazzo della Procura di Bologna. Il titolare della farmacia Lodi di via Andrea Costa, Roberto Dall'Osso, "era totalmente inconsapevole e non aveva assolutamente idea di dove andassero a finire tutti quei farmaci" (spiega l'avvocato Daniele Bertaggia) e la sua ex collaboratrice, Milena Disteso, "non ha fatto nulla a fini speculativi" (dice il legale Fausto Bruzzese). Quanto all'informatore scientifico Daniele Naldi, il suo legale Riccardo Artelli riferisce che sono state chiarite molte circostanze (e' stato davanti al giudice per oltre un'ora), ma non vuole entrare nel merito in alcun modo. Naldi ha fatto riferimento alla politica di corsa alla vendita praticata dall'Italfarmaco e ha spiegato i suoi rapporti con gli altri indagati. Della linea difensiva Artelli non dice, ma accenna a una sottile differenza tra aspetti di rilievo penale oppure no. "Le indagini sono ancora in corso e non possiamo dire niente, siamo consapevoli che ci sara' la corsa allo scaricabarile, ma correremo il rischio", chiude Artelli. Piu' loquace l'avvocato Bertaggia, che difende il farmacista bolognese Dall'Osso. "Il mio cliente ha chiarito la sua totale inconsapevolezza riguardo alla vicenda. Non aveva idea di dove andassero a finire i farmaci e del resto non c'e' nessuna legge che obbliga il farmacista a verificarlo. Dall'Osso- prosegue Bertaggia- non poteva sapere che le ricette fossero adulterate, erano compilate da medici e questo era sufficiente per consegnare i farmaci richiesti. Li dava a Disteso oppure a Naldi, che gli era stato presentato proprio da Disteso: era lei che faceva da tramite".
Per Bertaggia, inoltre, ci sono spiegazioni anche rispetto alla quantita' abnorme dei medicinali 'incriminati' venduti dalla farmacia Lodi negli ultimi anni (e successivamente rimborsati dall'Ausl a Dall'Osso). "Di Myelostim sono state vendute migliaia e migliaia di confezioni, ma c'e' un motivo- spiega il legale- ogni confezione dura quattro giorni, significa otto confezioni in un mese per ogni paziente, si fa presto a salire coi numeri. Di Longastatina (che costa 1.395 euro, ndr) invece, in tre anni la farmacia Lodi ne ha vendute in tutto nove confezioni. Tra l'altro, dal 2006 al 2008 il fatturato della farmacia e' sceso da due milioni e 600 mila euro a due milioni e 200 mila". In pratica, il 34enne farmacista di via Andrea Costa nei 40 minuti davanti al gip e' 'caduto dalle nuvole', scaricando su Disteso e sostenendo di non avere idea della truffa che si mascondesse dietro questa storia. "Naldi gli e' stato presentato da Disteso, i farmaci lui li consegnava a loro, ma non aveva idea che poi le medicine non arrivassero a pazienti" dice Bertaggia. Lo dimostra il fatto, prosegue il legale, che Dall'Osso non si e' preoccupato di dire a Disteso di far sparire i farmaci: "In marzo abbiamo ricevuto dalla Procura l'avviso che le indagini proseguivano, Disteso fu perquisita in luglio (i Nas trovarono in casa sua oltre 4.000 confezioni di medicinali, ndr). Se Dall'Osso fosse stato complice del sistema le avrebbe consigliato di farli sparire. Invece lui non ne sapeva niente". Ma non ha fiutato qualcosa di strano in tutto questo passaggio di farmaci a Disteso e Naldi? "Certo, si e' accorto che non era proprio rituale, ma nemmeno irrituale. E di certo non illegale o vietato dalla legge, che non da' al farmacista nessun obbligo di controllare. Alla fine la farmacia e' un esercizio commerciale".
Disteso, invece, riferisce il suo legale Bruzzese, davanti al giudice "ha chiarito la sua posizione e siamo convinti che sia riuscita a evidenziare che lei, in tutta questa vicenda, non ha mai agito a fini speculativi ne' aveva intendimenti di lucro. Ora attendiamo sereni e speriamo in una revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari". Bruzzese non gradisce piu' di tanto lo scaricabarile dell'avvocato Bertaggia nei confronti di Disteso ("Saluto questa linea difensiva di Dall'Osso, ma nelle carte ci sono emergenze piu' chiare di altre", manda a dire) e spiega che la sua assistita "e' molto malata e acquistava farmaci per se' e per la madre, anche lei gravemente malata, e per altri parenti e amici a cui servivano, ma sono medicinali diversi da quelli di cui tratta l'inchiesta. Si procurava farmaci di altro tipo". La donna, 54 anni, e' uscita dalla Procura indossando un tutore al ginocchio ed e' stata davanti al giudice Margiocco mezz'ora. Quanto alla presunta rivendita clandestina dei medicinali dell'Italfarmaco (a casa gliene sono stati trovati 4.000, ndr), Bruzzese assicura che "nel capo di imputazione non c'e' questa accusa e non e' comunque l'oggetto principale delle contestazioni". Ci sono intercettazioni in cui Disteso contratta sul prezzo dei medicinali. "La mia assistita non ha guadagnato nulla in tutto questo", ripete Bruzzese, se ha passato farmaci per denaro e' stato solo per rientrare di spese sostenute da lei, spiega il legale. Tra i sei arrestati della scorsa settimana, deve ancora essere sentito dal giudice soltanto Lucio Leonardi, dirigente dell'Italfarmaco: verra' interrogato domani a Perugia. Il suo collega Stefano Settimi, ascoltato dal giudice a Roma, si e' avvalso della facolta' di non rispondere. Nello sviluppo giudiziario della vicenda, Lucio Leonardi, come fanno sapere i suoi legali, è stato scagionato dalle accuse nei suoi confronti e in appello è stato assolto dall'unico reato a lui contestato con formula piena. La sentenza, del 12 aprile 2018, è passata in giudicato. (Wel/ Dire)