SANITÀ. TRAPIANTI, IL PAPÀ DONA IL FEGATO E SALVA LA FIGLIA
A TORINO: BIMBA DI 2 ANNI MALATA DI CANCRO, MANCAVA IL DONATORE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 ott. - Eccezionale intervento
all'ospedale Molinette di Torino, dove martedi' e' stato
effettuato un trapianto di fegato su una bambina di appena due
anni. Erano ormai poche le speranze per Diana Rebegea, una bimba
affetta da epatoblastoma, una rara forma di tumore pediatrico. Si
e' reso necessario il coraggio e la generosita' del padre della
bimba, Adrian, per risolvere in extremis la situazione. Nessuno
degli organi disponibili nella lista nazionale trapianti,
infatti, era compatibile con quello ormai compromesso di Diana. A
marzo, dopo la diagnosi, era iniziato subito il primo ciclo di
chemioterapia, ma in attesa di trovare un donatore compatibile,
le sue condizioni peggioravano di giorno in giorno. Di fronte
all'impossibilita' di trovare un fegato sano da cadavere, come
extrema ratio si e' fatta avanti allora l'ipotesi della donazione
da parte del padre Adrian. Il papa' si e' detto subito pronto a
donare un quarto del suo fegato, il lobo epatico sinistro,
riducendo sensibilmente le possibilita' che il tumore tornasse a
riformarsi.
I chirurghi dell'ospedale e i genitori di Diana hanno atteso
fino all'ultimo momento prima di procedere all'espianto. Spiega
il professor Salizzoni, autore dell'intervento di ieri mattina:
"Il tumore era stato fermato dalla chemioterapia fatta al Regina
Margherita, ma da quando quella cura e' stata sospesa perche' non
si poteva proseguire avevamo a disposizione un periodo-finestra
di soli 25 giorni per il trapianto. Poi accade che il tumore si
ripresenti, e a quel punto la vita di Diana sarebbe stata
segnata".
Nel reparto del Molinette prescelto per il trapianto, padre e
figlia sono entrati mano nella mano canticchiando la canzoncina
preferita di Diana. Dopo l'intervento, i due si trovano ora in
condizioni soddisfacenti e, in assenza di complicazioni, Diana
potrebbe uscire dall'ospedale e raggiungere a casa il fratello di
16 anni nel giro di dieci o quindici giorni. "Nella fase
post-operatoria esistono dei rischi, quali infezioni, emorragie,
embolie- spiega Salizzoni che pero' si mostra "abbastanza
fiducioso riguardo al decorso." Finora, in dieci anni su 90
bambini trapiantati, solo in un caso c´e' stata una recidiva e il
bimbo in queatione e' morto. Nel complesso, su duemila trapianti
di fegato e di pancreas, soltanto 14 sono stati possibili grazie
alla donazione di un vivente, in tre casi ad essere trapiantati
sono stati bambini che hanno ricevuto gli organi dai genitori.
(Wel/ Dire)
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