FIC-ANMCO-SIC: NON ACCORPARE UO CARDIOLOGIA CON ALTRE STRUTTURE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 8 ott. - L'Italia e' l'unico
Paese al mondo ad avere una rete capillare di cardiologie diffuse
sul territorio. Solo le cardiologie ospedaliere sono 900, mentre
quelle universitarie sono quasi 50. Una realta', invidiata da
tutto il mondo, al servizio di tutti i cittadini che possono
essere curati secondo i migliori livelli di assistenza in
qualunque localita' e in qualunque ora.
"Tutto questo rischia di essere vanificato- dicono i
cardiologi della Federazione italiana di cardiologia (Fic)- se il
Servizio sanitario nazionale dovesse mettere in atto un piano
destinato ad accorpare le Unita' operative di Cardiologia con
altre strutture non cardiologiche. In questo modo si rischierebbe
di compromettere la qualita' delle cure e la continuita'
assistenziale". La decisa presa di posizione dei cardiologi
italiani, verra' presentata in un documento martedi' 13 ottobre
al Senato, Sala Capitolare, in un incontro fra le istituzioni e
la cardiologia italiana.
"La Fic che riunisce oltre 14.000 cardiologi italiani
(ospedale, universita', territorio, settore privato accreditato)-
afferma Giuseppe Di Pasquale, Presidente della Fic- intende
portare alle istituzioni sanitarie attraverso questo documento
unitario il proprio contributo tecnico di proposta di modelli
organizzativi per la migliore assistenza cardiologica. Il
documento si concentra sui diritti delle persone con malattie
cardiovascolari e/o a rischio di queste, in particolare sul
diritto di cura da parte della competenza professionale piu'
appropriata, ovvero dello specialista cardiologo". La Fic esprime
"il timore che il modello assistenziale per intensita' di cure,
la cui realizzazione e' stata gia' avviata in alcune Regioni,
rappresenti un regresso in termini clinici ed organizzativi
riducendo l'efficacia delle cure e disperdendo il patrimonio di
esperienza specialistica accumulato in oltre 40 anni di
evoluzione della disciplina cardiologica. I risultati ottenuti
sul piano della riduzione della mortalita' cardiovascolare in
questi decenni dimostrano l'efficacia del sistema basato sulla
realizzazione di ambiti assistenziali specialistici per la
Cardiologia".
Secondo l'Anmco (Associazione nazionale dei medici cardiologi
ospedalieri), spiega Salvatore Pirelli, presidente dell'Anmco,
"la diversificazione delle strutture cardiologiche, che appaiono
complessivamente in numero adeguato, sottolinea la necessita' di
una loro integrazione in rete a livello territoriale onde
garantire un percorso assistenziale completo incentrato sulle
Unita' coronariche. Questo modello negli ultimi 5 anni ha
consentito una drastica riduzione della mortalita' per infarto
dal 15 al 4% per i pazienti ricoverati in Unita' coronarica, come
risulta da un recente studio clinico condotto in Italia in
collaborazione con l'Istituto superiore di sanita'.
Ridimensionare le Unita' coronariche potrebbe vanificare i
brillanti risultati raggiunti. A nostro avviso il Dipartimento
cardiovascolare rappresenta il modello piu' idoneo per garantire
l'efficienza e la completezza dei percorsi
diagnostico-terapeutici ove si puo' realizzare il massimo livello
di integrazione specialistica e una razionalizzazione ottimale
delle risorse".
Anche la Sic (Societa' italiana di cardiologia), come
sottolinea il suo presidente, il professor Paolo Marino,
condivide "il ragionevole timore che un modello assistenziale
diverso dall'attuale possa indurre uno scadimento clinico ed
organizzativo. Il modello sanitario incentrato sull'intensita' di
cure, infatti, se applicato alla Cardiologia, rischia di generare
una frammentazione dei percorsi assistenziali del paziente
cardiopatico. La Societa' italiana di cardiologia auspica la
creazione del Dipartimento cardiovascolare come strumento di
integrazione specialistica d'organo, capace di ottimizzare
risorse e competenze in campo cardiovascolare, rappresentando lo
stesso il 'core' di quella formazione specialistica che il
Ministero dell'Istruzione affida alle Scuole di specializzazione
in Malattie dell'apparato cardiovascolare".
(Wel/ Dire)