SALUTE. IN LOMBARDIA 2,8 MILIONI DI METRI CUBI DI AMIANTO
1,7 MILIONI PER LO SMALTIMENTO, MA SI CONTINUA A MORIRE.
(DIRE - Notiziario Sanita') Milano, 6 ott. - In Lombardia si
stima ci siano 2,8 milioni di metri cubi d'amianto. Se ne discute
a un convegno della Cgil milanese secondo cui, nonostante
l'impegno della Regione, la legge per lo smaltimento non e'
finanziata adeguatamente: "In Lombardia hanno investito 1,7
milioni di euro, in Sardegna 64".
Per il futuro si pensa ai forni di inertizzazione, ma intanto
la gente continua a morire: dal 1999 al 2008 l'Asl citta' di
Milano ha rilevato 145 casi di placche pleuriche e 291 di
mesotelioma.
Secondo i dati piu' aggiornati -riportati dalla Cgil Milano in
collaborazione con Legambiente e la Cgil di Oristano (Sardegna)-,
in Lombardia esisterebbero 2,8 milioni di metri cubi di materiali
che contengono amianto. Una stima frutto di un rilevamento aereo
che ha misurato le superfici degli edifici dotati di coperture in
lastre di cemento-amianto e che aggiorna il vecchio dato,
risalente a due anni prima, che parlava di sole 800mila
tonnellate. Una quantita' che, per quanto enorme, e' quasi di
sicuro una sottostima: infatti, secondo i dati Ispesl, dal
dopoguerra ad oggi in Italia sono state vendute 20 milioni di
tonnellate di amianto. Infatti non esistono dubbi sulla
correlazione tra l'esposizione all'amianto e l'insorgenza di
mesoteliomi, gravi tumori che sono la causa della morte di almeno
mille persone l'anno in Italia, di cui il 20% in Lombardia. E se
finora le patologie da esposizione ad amianto hanno riguardato
soprattutto i lavoratori esposti alla fibra per ragioni
professionali, sempre piu' il mal d'amianto si diffonde nella
popolazione: gia' oggi un buon 20% dei casi di mesotelioma non
risulta da alcuna esposizione professionale. Si tratta dunque di
comuni cittadini, alcuni dei quali parenti di operai, ma altri
senza nessuna relazione con l'amianto, se non quella di abitare
in luoghi dove questo minerale si trova sotto forma di vecchie
coperture per tetti, isolanti termoacustici impiegati nelle
murature, tubazioni.
"L'amianto non puo' essere piu' lavorato in Italia dal 1992,
qundo lo Stato ne ha proibito l'uso -ricordano dalla Cgil-. Nulla
vieta pero' che quello gia' utilizzato resti dov'e', col
risultato di esporre i cittadini, non solo i lavoratori, a un
rischio gravissimo e destinato a crescere: sempre piu' fibre si
liberano da materiali contenenti amianto esposti al vento e alle
intemperie. La nostra Regione si e' posta l'obiettivo di
eliminare questo rischio entro la fine del 2015".
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