(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 nov. - L'influenza A sta rischiando, a Roma e in tutte le province del Lazio, di mettere in ginocchio le corsie di Medicina interna. A rimetterci soprattutto i malati cronici - non affetti da influenza A - ma sempre piu' anziani e con sempre piu' patologie: dal diabete, all'enfisema, all'ictus, all'infarto, all'ipertensione, allo scompenso cardiaco. Lanciano l'allarme, come si legge in una nota, gli internisti ospedalieri della Fadoi Lazio. "Se non si trovano subito interventi- dice Dario Manfellotto presidente della Fadoi Lazio, societa' scientifica che riunisce gli internisti ospedalieri, alla vigilia del congresso allo Sheraton Roma Hotel all'Eur, i lavori si aprono domani per concludersi sabato- si rischia il collasso nei reparti di Pronto Soccorso e in corsia. Siamo al limite. Aumentano i malati cronici che hanno grandi difficolta' ad essere ricoverati sia perche' le accettazioni in ospedale richiedono lunghe attese, sia perche' molti posti letto di Medicina interna sono riservati, da qualche mese, all'emergenza H1N1". "Il paradosso, in alcune realta', e' che molti di questi posti letto rimangono vuoti per giorni e giorni- spiega ancora Manfellotto- perche' le persone con influenza A, o sospetta tale, da ricoverare sono inferiori al temuto. Ci si chiede cosa potra' accadere se l'influenza A dovesse estendersi, se si dovesse verificare la temuta mutazione del virus e se le condizioni del tempo dovessero volgere al peggio. Anche perche' questa influenza sta colpendo persone piu' giovani, con meno di 65 anni. L'influenza stagionale colpira', invece, pazienti anziani e molto piu' compromessi. In questa realta' il lavoro dei medici, gia' molto pesante, diverrebbe improbo". La Fadoi Lazio ha condotto un'indagine negli ospedali della regione, continua la nota. Dal rapporto emerge che la situazione e' ancora sotto controllo e, quindi, c'e' tempo per trovare una soluzione. La Fadoi Lazio e' disponibile ad un confronto. Quel confronto che e' stato prezioso al momento di decidere il ruolo dei reparti di Medicina Interna nella Sanita' regionale. In particolare la situazione si dimostra preoccupante: in diversi ospedali delle varie province i sanitari sono costretti a ricoverare in altri reparti malati bisognosi di essere assistiti in Medicina Interna. Ogni giorno, prosegue la nota, gli 'appoggi' sono: 10-12 a Rieti; 8-9 a Frosinone; 1-2 a Latina; 7-8 a Viterbo; 6-7 a Frascati; 4-5 a Velletri; 6 a Tivoli; 10-12 a Colleferro; 4-5 a Palestrina. A Roma: 6-7 al Pertini, 6-8 al S Eugenio, al S. Camillo e al S. Filippo; 10-12 al S. Giovanni; 4-6 al Fatebenefratelli. Il picco dell'incidenza dei ricoveri piu' significativa per H1N1 si e' registrata, oltre che negli Ospedali di Roma, negli ospedali di Frascati, Velletri, Alatri e Latina. Ancora piccoli numeri, per fortuna. Un dato e' comune a tutte le strutture: l'H1N1 sta provocando un notevole aumento del carico di lavoro degli Internisti per consulenze, percorsi terapeutici ecc. e del personale infermieristico. In alcuni ospedali sono state anche bloccate le ferie dei medici fino alla fine di febbraio. "In una situazione di emergenza come quella che stiamo vivendo- aggiunge Manfellotto- e' necessario agire su tutta la 'filiera' del Sistema Sanitario Nazionale e non solo sui Pronto Soccorso e sulle degenze. D'altra parte e' sotto gli occhi di tutti come il Sistema Sanitario Nazionale non sia a compartimenti stagni ma a 'vasi comunicanti'. Gli interventi sono diversi, e tutti importanti. Come Fadoi Lazio ci sentiamo di suggerirne alcuni che riteniamo possano incidere in modo positivo in questa situazione: reclutare personale a contratto da chiamare al momento del bisogno con contratti brevi, a seconda delle necessita' e del carico di lavoro; non bloccare altri ricoveri ordinari e programmati ma agevolare le dimissioni nel Territorio (con assistenza domiciliare o nelle riabilitazioni o nelle lungo degenze) per liberare i posti per acuti in ospedale". "Le malattie croniche- conclude Manfellotto- non possono passare in secondo piano neppure quando la Sanita' si trova in uno stato di preoccupazione o emergenza come nel caso delle pandemie o comunque nelle situazioni potenzialmente a rischio. Perche' i malati cronici non possono aspettare, non lo consentono le loro patologie". L'Istat, nel "Rapporto 2009", rivela che nel Lazio 39,3 persone su cento dichiarano di soffrire di una o piu' malattie croniche, conclude la nota. Nel Lazio le malattie croniche piu' diffuse sono l'artrosi-artrite che colpisce 19,6 persone su cento, l'ipertensione (15,4), le malattie allergiche (9,9), l'osteoporosi (8,5), la bronchite cronica e asma bronchiale (5,8) e il diabete (4,9). Molti di questi malati cronici sono anziani. Infatti, in Italia - e' sempre l'Istat a dirlo- su cento malati cronici 87 hanno piu' di 75 anni di eta'. (Wel/ Dire)