(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 26 nov. - Un italiano su 5 (22,8 per cento) ha problemi economici con la spesa alimentare a causa della crisi. Si tratta di una percentuale superiore di ben 15 punti rispetto alla medesima tendenza rilevata un anno fa e che evidenzia l'impatto della crisi sulla capacita' degli italiani di far fronte alle proprie esigenze di vita quotidiana. Lo rivela l'indagine Format-Salute/la Repubblica, presentata oggi a Roma durante la 6^ edizione del convegno annuale "Alimentazione e Salute", ideato e promosso da Salute/la Repubblica e organizzato da Somedia con il sostegno di alcune aziende del settore. Secondo i dati della ricerca, infatti, sempre piu' italiani scelgono di fare colazione, pranzare e cenare in casa, limitando al massimo bar e ristoranti per risparmiare. Solo il 20 per cento circa degli italiani consuma per svago la cena in un locale pubblico una volta alla settimana, mentre il 40 per cento lo fa un a volta al mese. Il restante 40 per cento non si reca mai o quasi mai a cenare fuori. Riguardo alla scelta del cibo poi, 7 italiani ogni 10 tengono conto del prezzo, vagliando che cosa e quanto mangiare. L'attenzione al prezzo, a causa della crisi, sembra incidere anche sui giovanissimi e sulle famiglie che risentono spesso anche della precarieta' del lavoro. "Mangiar sano oggi non e' sempre possibile- conferma Giorgio Calabrese, docente di Nutrizione umana all'Universita' Cattolica di Piacenza- perche' mentre prima costava molto il cibo ottimo, oggi costa molto anche quello mediocre. E' necessario ritornare alla filosofia del chilometro zero, della filiera corta, del cibo acquistato dal contadino o dall'allevatore vicino casa- prosegue l'esperto- e riattivare piccoli supermercati di vicinato, magari delle stesse catene degli hard discount, che permettono alle persone di fare la spesa ogni due giorni, piuttosto che ogni 15 con conseguente spreco di cibo". La spesa media settimanale degli italiani, infatti, si aggira intorno agli 80 euro. Le contromisure adottate dagli italiani facendo la spesa, per fronteggiare la crisi negli ultimi 12 mesi, sono state in prevalenza due: fare la spesa in punti di vendita meno costosi come i discount (38,7 per cento), e diminuire la quantita' dei prodotti comprati abitualmente (27,3 per cento). L'ultimo dato rilevato riguarda i consumi. Anche in questo caso la tendenza e' cambiata: si comprano piu' cibi di base, come riso e pasta, a scapito degli alimenti piu' costosi. Diminuiscono infatti rispetto a 12 mesi fa i consumi di alimenti arricchiti (-44,8 per cento), dolcificanti alternativi (-26,4 per cento) e quelli del latte (-26,3 per cento). In ribasso anche il consumo di vino (-25,8 per cento), pesce (-20 per cento) e carne (-11,6 per cento). Salgono al contrario i consumi di riso (+12,3 per cento), pasta (+8 per cento) e olio d'oliva (+6,8 per cento). (Wel/ Dire)