NEL 2009 GIÀ 444 SEGNALAZIONI: STRANIERE E PROSTITUTE NEL MIRINO.
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 19 nov. - Crescono le richieste
d'aiuto da parte delle donne vittime di violenza e si fa
particolarmente critica la situazione delle straniere. Lo dicono
i dati del 2009 sull'attivita' della Casa delle donne per non
subire violenza di Bologna, che proprio quest'anno raggiunge i 20
anni di attivita'. Secondo i dati aggiornati al 31 ottobre 2009,
resi pubblici questa mattina in occasione della presentazione del
festival "La violenza illustrata", il numero dei nuovi casi
raccolti dalla Casa delle donne e' gia' superiore alla cifra del
2008: sono 444 le nuove donne accolte, contro le 405 dell'anno
precedente. Sommando le persone che proseguono percorsi gia'
iniziati negli anni scorsi, in totale l'associazione accoglie 513
donne (nel 2008 erano 497).
Tiene banco, pero', l'ultimo caso di cronaca capitato a
Bologna solo pochi giorni fa: l'omicidio di una prostituta rumena
di 22 anni per mano di un cliente italiano. "L'episodio conferma
la grande esposizione delle prostitute alla violenza- spiega
Angela Romanin, responsabile formazione dell'associazione- sia da
parte degli sfruttatori che dei clienti". Dal 1995 la Casa delle
donne fa parte del progetto "Oltre la strada", che prevede
percorsi di sostegno e inserimento sociale destinati alle donne
che sono fuggite dalla strada e hanno denunciato i loro
sfruttatori. Nel 2009 sono 29 le donne accolte nel progetto e 16
quelle ospitate nelle case protette. Secondo le responsabili del
centro, sono inoltre sempre piu' frequenti i casi di donne
straniere maltrattate da partner italiani. Da gennaio a ottobre
2009, su 26 nuove donne ospitate dall'associazione, 18 sono di
origine straniera. "Piu' del 50% delle ospiti della Casa delle
donne sono immigrate- ha spiegato Romanin- questo succede perche'
la maggior parte di loro non ha una rete familiare a cui
appoggiarsi in caso di bisogno, ne' risorse economiche
sufficienti".
Per l'associazione, tuttavia, le violenze che rimangono
"sommerse" rappresentano la preoccupazione principale. "Sappiamo
che i casi sono molti di piu'- spiega Angela Romanin- mancano ad
esempio statistiche ufficiali sulle vittime di violenza domestica
in Italia". I dati forniti dal ministero della Salute, sostengono
le responsabili dell'associazione, si limitano a registrare i
casi di omicidio, senza specificare quante delle donne uccise
siano state precedentemente vittime di violenza. Per l'ultimo
dato ufficiale bisogna risalire a due anni fa, quando l'Istat
rilevo' che circa un milione di donne avevano subito violenza nei
primi sei mesi del 2007. Di queste, solo il 4-5% si e' rivolto a
soggetti istituzionali (polizia, ospedali, centri antiviolenza).
"In sette casi su dieci la parte lesa conosce molto bene
l'aggressore- spiega Simona Lembi, assessore alle Pari
opportunita' e alle politiche di genere del Comune di Bologna-
per questo la maggior parte delle donne non ha il coraggio di
denunciare le violenze subite".
In Italia il fenomeno della violenza sulle donne ha assunto
una dimensione pubblica solo da poco tempo. Lo stupro, ad
esempio, e' stato riconosciuto come reato contro la persona solo
dal 1996. "I casi di violenza sulle donne sono in continuo
aumento- continua Lembi- perche' nel nostro paese tutti gli
uomini potrebbero commettere reati di questo tipo in sostanziale
impunita'". Nonostante siano passati vent'anni dalla nascita
della Casa delle donne, conclude Romanin, "c'e' ancora molta
strada da fare". Si pensa ad esempio all'apertura di un centro
d'ascolto terapeutico ad entrata volontaria per gli uomini autori
di violenze sessuali. Il progetto rientra nel programma europeo
Muvi (Men using violence in intimate relationships) ed e' gia'
stato sperimentato in altri paesi europei e in America.
(Wel/ Dire)