(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 17 nov. - Donna, 52 anni, sposata, in grado di svolgere le attivita' quotidiane, ma che non e' seguita da uno psicologo ne' da uno psichiatra. Questo l'identikit delle consumatrici di antidepressivi e ansiolitici che emerge dalla ricerca "Stili di vita, stato di salute psicofisica delle donne", il primo studio osservazionale caso-controllo condotto nelle farmacie venete. La ricerca, promossa dalla Commissione Pari Opportunita' della Regione Veneto, e' stata realizzata nel 2008 dal dipartimento di medicina e sanita' pubblica, nella sezione di Farmacologia dell'Universita' degli studi di Verona. L'indagine, pubblicata da "Dialogo sui farmaci", ha coinvolto 11.357 donne intervistate in farmacia da 249 farmacisti e ha analizzato sia le cause di stress degli ultimi 6 mesi, sia eventuali assunzioni di farmaci psicotropi. Risultato: il 44% del campione ha denunciato un forte stress emotivo dovuto alla morte di un parente, il 43% per problemi familiari e affettivi (malattie e incidenti), il 27% per difficolta' finanziarie, il 6% per violenza subita tra le mura domestiche. In seguito a questi eventi il 34% delle intervistate ha dichiarato di assumere ansiolitici e/o antidepressivi negli ultimi 6 mesi. Non solo: tra chi si recava in farmacia con una ricetta di medicinali psicotropi, il 48% aveva una prescrizione per ansiolitici, il 33% per ansiolitici e anche antidepressivi e il 19% solo per antidepressivi. Emerso anche un uso prolungato degli ansiolitici, quando le linee guida ne suggeriscono l'uso per periodi brevi. In generale, comunque, tra i farmaci acquistati dal campione, prevalgono quelli cardiovascolari, per l'apparato gastrointestinale e il metabolismo e per l'apparato muscolo scheletrico. Lo studio, secondo gli esperti, "va oltre la territorialita' regionale e mette in evidenza come il disagio femminile sia associato, in una certa misura, all'uso dei farmaci antidepressivi e ansiolitici. Fondamentali, inoltre, la capacita' del farmacista nell'ascoltare, consigliare e informare le donne e nel fare da 'mediatore' per la ricerca epidemiologica". (www.hcmagazine.it) (Wel/ Dire)