OMEOIMPRESE: "NORME INATTUATE E RESTA IL NO A NUOVI FARMACI".
(DIRE - Notiziario Sanita') Roma, 12 nov. - Norme non ancora
attuate, blocco dell'immissione di nuovi farmaci sul mercato,
carenza di esperti del settore nelle commissioni tecniche,
mancanza di informazioni specifiche e impossibilita' di
detrazione fiscale dei medicinali. E' questo il quadro emerso
durante la conferenza stampa organizzata il 5 novembre scorso in
Senato da Omeoimprese, l'associazione italiana che rappresenta il
90% delle aziende produttrici e distributrici di medicinali
omeopatici. Dal 2006, infatti, e' in vigore in Italia il decreto
legislativo n. 219 del 24 aprile che, recependo una direttiva
comunitaria, considera gli omeopatici farmaci a tutti gli
effetti. Per l'attuazione della legge, pero', occorre che
l'Agenzia Italiana per il Farmaco (Aifa) predisponga gli appositi
modelli per la registrazione dei medicinali, necessaria per la
loro immissione sul mercato. "Il regime transitorio della legge,
permette tutt'oggi la vendita dei soli omeopatici presenti sul
mercato dal 1995, farmaci che devono comunque essere registrati
entro il 2015- spiega Fausto Panni, presidente di Omeoimprese- ma
dei tre moduli necessari per la registrazione, l'Aifa ne ha
rilasciato solo uno, per giunta non pubblicato sulla Gazzetta
Ufficiale. A tre anni dal dlgs del 2006, quindi, non e' ancora
possibile inserire nuovi farmaci sul mercato e cio' impedisce di
fatto la programmazione di investimenti da parte dell'industria
del medicinale omeopatico e antroposofico. Un vero blocco
dell'intero settore produttivo, di fatto fermo da 15 anni,
nonostante la crescita del mercato".
Proprio negli ultimi 15 anni, infatti, il numero di pazienti
che fa uso di medicinali omeopatici e' cresciuto del 65%. Sono
circa 9 milioni (15% della popolazione) le persone che si
affidano alle cure omeopatiche. Un mercato in continua crescita
che nel 2008 ha visto aumentare il ricorso all'omeopatia del 5% e
del 5,3% nel 2009. Il mercato di riferimento, in termini di
fatturato vale in Italia 165.914 milioni di euro (2008), pari a
circa 300 milioni di euro di valore di sell-out farmacia.
Un mercato quindi in crescita ma frenato da questa "empasse
legislativa". Omeoimprese, che ha manifestato grande
preoccupazione sullo stato di attuazione del dlgs 219/2006 e su
possibili peggioramenti rispetto al dettato della legge e della
direttiva comunitaria, ha raccolto in un documento otto questioni
aperte per le quali propone azioni concrete. Oltre al
mantenimento sul mercato dei medicinali omeopatici presenti dal
1995 (per i quali e' necessaria la registrazione semplificata,
emendamento per il quale Aifa sta chiedendo l'abrogazione
mettendo di fatto a rischio il 60% dei medicinali ad oggi
presenti sul mercato) e all'urgenza di poterne immettere di nuovi
(per i quali mancano ancora i moduli specifici di registrazione),
l'associazione delle imprese omeopatiche chiede "l'urgente
istituzione di un nuovo tavolo di lavoro sull'argomento alla
presenza di tecnici esperti del settore industriale omeopatico e
antroposofico, che conoscano in modo approfondito le
caratteristiche dei medicinali omeopatici".
Ci sono, infine, altri due aspetti da chiarire nella
legislazione attuale: "L'assenza del foglio illustrativo e norme
chiare sull'emissione dello scontrino fiscale". Se il primo
aspetto crea difficolta' ai pazienti ed e' in contrasto con i
principi di sicurezza e tutela della salute, "e' ancora piu'
preoccupante- sottolinea Omeoimprese- il fatto che i cittadini
non possano beneficiare della detrazione fiscale per i farmaci
omeopatici. Dal 1^ gennaio 2010, infatti, lo scontrino fiscale
emesso dalle farmacie per le deduzioni e detrazioni fiscali
dovra' contenere il numero di autorizzazione all'immissione in
commercio (codice Aic) da rilevare tramite lettura ottica del
codice a barre al posto della denominazione commerciale del
medicinale. Circolare che esclude automaticamente i medicinali
omeopatici in quando privi di codice Aic e che impedisce di fatto
a tutti i pazienti che hanno scelto di curarsi con i medicinali
omeopatici di poter beneficiare della detrazione fiscale. A
goderne, invece, e' solo lo Stato italiano, per il quale comparto
omeopatico fornisce quindi un attivo netto, escluso il risparmio
sulle visite mediche, di 40 milioni di euro".
(Wel/ Dire)